L'OCSE premia le scelte economiche dell'esecutivo Meloni, ma rivedendo (al ribasso) le stime di crescita traccia il percorso futuro da seguire
È stata pubblicata in queste ore l’ultima revisione dell’Economic Outlook da parte dell’OCSE nella quale si ragiona sul futuro delle economie che fanno parte dell’Organizzazione, fornendo alcuni consigli utili ai governi affinché possano mantenere i loro conti pubblici in ordine e stimolare – al contempo – la crescita economica: un report fondamentale e nel quale l’OCSE sembra lodare alcune scelte dell’esecutivo Meloni, pur rivedendo al ribasso le stime sulla crescita futura e suggerendo alcuni importanti interventi normativi, burocratici e fiscali.
Partendo dal principio, secondo le rilevazioni dell’OCSE il primo dato che salta all’occhio nell’Outlook italiano è che la crescita del PIL nel 2025 dovrebbe essere leggermente minore rispetto alle precedenti attese: quest’anno, infatti, il Prodotto Interno Lordo dovrebbe aumentare dello 0,5 per cento rispetto allo 0,6 preventivato lo scorso settembre; per poi passare al +0,6% nel corso del 2026 e, ancora, a un ulteriore aumento dello 0,7 per cento nel 2027.
Contestualmente, secondo l’OCSE è positiva la strada intrapresa dal rapporto tra il debito e il PIL che nel 2025 dovrebbe scendere al 2,9% per poi perdere altri 0,3 punti percentuali entro il 2027; mentre altrettanto positiva è la similare traiettoria del rapporto tra l’avanzo primario del Bilancio e il PIL che tra quest’anno e il 2027 acquisirà altre 0,6 punti arrivano a un positivo 1,3% nell’arco del prossimo biennio, passando poi – sempre secondo l’OCSE – a un ancor più positivo 2,1% entro la fine del 2029.
I consigli dell’OCSE per stimolare la crescita italiana: “Meno tasse sul lavoro e meno burocrazia opprimente”
Insomma, sembra essere complessivamente positiva – pur con una traiettoria chiaramente lenta – la strada intrapresa dall’esecutivo Meloni, ma secondo l’OCSE è (ovviamente) possibile fare ancora meglio: a brevissimo termine il consiglio dell’Organizzazione, infatti, è quello di proseguire e rendere stabile il consolidamento fiscale, specialmente per quanto riguarda la riduzione della spesa pensionistica e dei costi relativi agli investimenti; mentre per aumentare le entrare secondo l’OCSE sarebbe necessario ridurre il carico fiscale che grava sui lavoratori, per aumentarlo sulle proprietà immobiliari.
Similmente, altrettanto importante per l’OCSE è avviare un ampio lavoro di revisione della spesa pubblica, abbandonando gli interventi spot che costano tanto e apportano benefici solo parziali alla crescita: la chiave, secondo l’Organizzazione, è da ricercare nella riduzione dell’incertezza giuridica, perché negli ultimi 20 anni a causa della burocrazia opprimente e di regole giuridiche spesso poco chiare, il PIL pro-capite italiano ha perso più di 3 punti percentuali.