Omicidio Lidia Peschechera/ Pavia, compagno “l’ho uccisa io”: strangolata in bagno

- Emanuela Longo

Omicidio Lidia Peschechera: 49enne trovata morta in casa, fermato il compagno 28enne. L'uomo ha confessato il delitto, uccisa in bagno dopo lite

lidia peschechera tgcom24 640x300 Lidia Peschechera, Tgcom24

A distanza di un giorno dal ritrovamento del corpo senza vita di Lidia Peschechera, la 49enne trovata morta mercoledì pomeriggio in un appartamento di Pavia nei pressi del centro storico, il compagno 28enne è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. A riferire la svolta è TgCom24: ad essere sottoposto a fermo nelle passate ore è stato Alessio Nigro il quale avrebbe confessato il delitto. La vittima era stata trovata senza vita nel bagno della sua abitazione. Il corpo sarà comunque sottoposto ad autopsia. La porta di casa era chiusa a chiave ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco che sono entrati nell’appartamento dalla finestra. Il decesso però sarebbe avvenuto lo scorso 12 febbraio.

L’allarme era stato lanciato alle forze dell’ordine dal suo ex marito il quale era stato contattato dal datore di lavoro dopo alcuni messaggi sospetti partiti dal cellulare di Lidia e nei quali la donna avrebbe giustificato la sua assenza. Ad inviarli era stato infatti Nigro al fine di evitare di far scattare prontamente l’allarme. La vittima da poco tempo conviveva con il nuovo compagno, giovane con problemi di alcolismo e senza fissa dimora.

LIDIA PESCHECHERA TROVATA MORTA IN CASA: COMPAGNO CONFESSA OMICIDIO

I carabinieri che indagano al delitto di Lidia Peschechera si erano messi sulle tracce del compagno 28enne, rintracciato nella tarda serata di ieri in un ostello di Milano. E’ stato lui stesso a confessare di averla uccisa, strangolandola nella vasca da bagno dell’appartamento in cui vivevano dopo l’ennesima lite, lo scorso 12 febbraio. L’uomo sarebbe poi rimasto nell’appartamento fino a lunedì 15 febbraio confessando agli inquirenti di essere stato lui ad usare il cellulare della donna per inviare i messaggi al datore di lavoro per non allarmarlo in seguito all’assenza di Lidia.

Al momento del suo fermo avvenuto a Milano, Alessio Nigro era in possesso di diverse carte bancomat e tessere spesa, un telefonino e 190 euro in contanti, ma anche documenti personali della vittima e chiavi dell’appartamento dove è avvenuto il delitto. Nigro ha ammesso anche di aver prelevato del denaro dal conto della compagna ed ha spiegato che la loro relazione ultimamente era caratterizzata da numerose liti. Ad un’amica la 49enne avrebbe confidato già in passato la volontà di allontanare l’uomo proprio a causa delle sue reazioni violente.





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