Omicidio Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin ora dice di aver sempre respinto l'ipotesi suicidio ma a smentirlo sono le sue stesse dichiarazioni
Omicidio Liliana Resinovich: il marito Sebastiano Visintin cambia ancora versione e sostiene di non aver mai creduto al suicidio, ma viene smentito dalle sue stesse dichiarazioni. Succede davanti alle telecamere, con il vedovo di Liliana Resinovich intervistato da Giuseppe Brindisi a Zona Bianca all’indomani del deposito delle clamorose conclusioni della consulenza Cattaneo relativa alla seconda autopsia che demolisce l’impianto suicidario.
Ai microfoni del programma, Sebastiano Visintin ha dichiarato di non aver mai pensato che sua moglie possa essersi tolta la vita e di aver anzi sempre pensato che qualcuno le abbia fatto del male. In realtà dice cose diverse da quelle affermate a margine dell’esumazione della salma di Liliana Resinovich, avvenuta nel 2024, quando il feretro fu estumulato per consentire un nuovo esame autoptico.
Omicidio Liliana Resinovich: la versione precedente di Sebastiano Visintin sulla morte della moglie
“Da sempre ho questa idea: non ho mai creduto al suicidio di Liliana. Noi ci siamo opposti immediatamente alla richiesta di archiviazione della Procura di Trieste. Di conseguenza, ho sempre pensato che qualcuno possa aver fatto del male a Liliana e perciò adesso è scioccante apprendere ciò che è emerso dalla consulenza. Sono desideroso di sapere chi le ha fatto del male e perché“. Sono le parole di Sebastiano Visintin affidate a Zona Bianca poche ore fa.
Nei mesi scorsi, però, disse quanto segue smentendo, di fatto, le sue attuali dichiarazioni su Liliana Resinovich: “Sono della teoria del suicidio, purtroppo, perché quello che ha lasciato a casa… tutti questi piccoli segnali… Io penso che sia morta il 14 dicembre (2021, giorno della scomparsa, ndr). I segnali che abbiamo trovato con gli inquirenti a casa ci portano a pensare al suicidio. La fede che dopo è stata trovata, i documenti, i telefonini… Una donna come Liliana, buona, dolce, gentile, che aiutava delle persone… qualcuno non può averle fatto del male, assolutamente“.