Omicidio Saman, la requisitoria della procuratrice generale in appello a carico di genitori, zio e cugini: "Condannata a morte da tutta la famiglia"
Omicidio Saman, secondo l’accusa la 18enne uccisa a Novellara nel 2021 fu “condannata a morte da tutta la famiglia“. È questa la sintesi della requisitoria della procuratrice generale Silvia Marzocchi davanti alla Corte d’Assise d’appello di Reggio Emilia dove si celebra il secondo grado di giudizio a carico dei 5 parenti della vittima imputati, a vario titolo, di omicidio e occultamento di cadavere.
Stando a quanto ricostruito in primo grado, Saman fu “letteralmente accompagnata a morire” dai genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen – condannati all’ergastolo – e poi fu uccisa e sepolta dallo zio Danish Hasnain (per lui 14 anni di reclusione nella prima fase processuale). Assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq per i quali, riporta ANSA, ora l’accusa chiede il riconoscimento delle responsabilità nel delitto. Secondo la pg, deve essere inoltre reintrodotta l’aggravante della premeditazione esclusa, invece, dai giudici di primo grado.
Omicidio Saman, le dichiarazioni dello zio tirano ancora in ballo i cugini (assolti in primo grado)
Nel processo d’appello per l’omicidio di Saman, lo zio Danish Hasnain ha reso dichiarazioni spontanee nelle quali tira nuovamente in ballo i cugini della 18enne, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, entrambi assolti in primo grado.
Secondo l’uomo, i due giovani coimputati avrebbero scavato la fossa per la ragazza e poi si sarebbero occupati di seppellirla ma non davanti ai suoi occhi. Secondo le evidenze investigative, almeno due persone hanno agito sulla scena dell’occultamento del corpo di Saman Abbas, ritrovato dopo oltre un anno dalla scomparsa e dalla sua uccisione, il 18 novembre 2022, sepolto in un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dalla casa in cui la 18enne fu inquadrata per l’ultima volta da una telecamera la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021.