Omicidio Sara Di Pietrantonio, la 22enne uccisa e bruciata a Roma dall'ex fidanzato Vincenzo Paduano (condannato all'ergastolo). La mamma a Presadiretta
OMICIDIO SARA DI PIETRANTONIO A PRESADIRETTA
Tra i casi di femminicidio che verranno citati stasera da Presadiretta c’è anche quello di Sara Di Pietrantonio, la ragazza strangolata e data alle fiamme dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano nel 2016, in una strada alla periferia di Roma. L’ex guardia giurata, che non accettava la fine della relazione, sperava di cancellare ogni prova del delitto bruciando il corpo della ragazza, ma quell’azione violenta era solo il culmine di un incubo vissuto negli ultimi giorni della sua vita dalla 22enne, perché riceveva minacce e vessazioni e pure il suo nuovo fidanzato veniva pedinato. La ragazza venne inseguita mentre tornava a casa in auto, poi speronata e, quindi, strangolata, ma Paduano prima di scappare diede fuoco al veicolo.
Condannato in primo grado all’ergastolo nel processo celebrato con rito abbreviato, in appello ottenne uno sconto della pena, ridotta a 30 anni, perché gli atti persecutori vennero considerati “assorbiti” dall’omicidio, un’interpretazione contestata dalla Cassazione, che dispose un nuovo processo d’appello, conclusosi con la condanna anche per stalking che venne sommata a quella per l’omicidio di Sara Di Pietrantonio, facendo così scattare l’ergastolo. Quest’ultimo verdetto è poi diventato definitivo.
LA BATTAGLIA DELLA MAMMA DI SARA DI PIETRANTONIO
Vincenzo Paduano venne arrestato all’indomani del ritrovamento del cadavere di Sara Di Pietrantonio. Inizialmente negò di essere coinvolto nella morte dell’ex fidanzata, poi confessò i pedinamenti e l’omicidio, spiegando di averle tolto la vita per gelosia, visto che la 22enne aveva intrapreso una nuova relazione sentimentale. Fu la mamma della vittima, Tina Raccuia, a riconoscere il cadavere. Da quel momento dedica la sua vita alla battaglia contro la violenza di genere, andando anche nelle scuole, dove proiettano un documentario sulla vicenda della figlia Sara Di Pietrantonio per poi arrivare a un confronto con gli studenti, per aiutare a riflettere e a capire meglio il problema.
Di fatto, la mamma di Sara Di Pietrantonio, ospite oggi di Presadiretta, è diventato un simbolo di battaglia contro il femminicidio e della necessità di un cambiamento a livello culturale e istituzionale. Sollecita a interventi concreti, si impegna per far sì che si educhi alla prevenzione, perché è importante intervenire in un periodo cruciale quale è l’età della formazione, nella quale si sviluppano le prime relazioni affettive.
Bisogna, quindi, educare i giovani “a riconoscere i segnali di pericolo, a gestire i conflitti e a rapportarsi in modo sano è essenziale“, ha dichiarato nelle scorse settimane la mamma della vittima ai microfoni di Repubblica. Lei stessa, prima dell’omicidio della figlia, era convinta che non sarebbe mai potuto accadere niente di simile. “Credevo fosse un fenomeno marginale. Purtroppo mi sono dovuta ricredere. Ogni giorno scopro quanto sia diffuso e quanto ancora ci sia da fare“.