Questa sera il film dedicato alla storia di Open Arms: com'è nata la ONG spagnola e la vicenda giudiziaria con Matteo Salvini, assolto
In onda nella serata di oggi – martedì 30 settembre 2025 – il film “Open Arms – La legge del mare” racconterà la storia singolare e unica di Òscar Camps, il fondatore della ONG che negli anni (almeno, in Italia) è passata soprattutto alla storia per il braccio di ferro con il governo italiano che è costato un processo – non ancora concluso – per il ministro Matteo Salvini, all’epoca dei fatti Ministro degli Interni sotto il governo cosiddetto “giallorosso”: una doppia storia che si interseca e che nel film dedicato a Open Arms non verrà affrontata, preferendo soffermarsi sulla vicenda umanitaria della ONG.
Partendo proprio dalla storia della ONG è utile dire che – di fatto – il film racconta lucidamente la genesi di Open Arms: all’epoca dei fatti, ovvero il 2015, infatti Òscar Camps gestiva una società di salvataggio in mare e in piscina delle persone in difficoltà e quando vide la foto del piccolo Alan Kurdi – il famoso bambino morto annegato nel Mediterraneo – rimase colpito al punto da decidere di raggiungere un amico, Gerard, sull’isola spagnola di Lesbo fornendo il suo aiuto professionale per salvare i migranti.
Una storia – quella di Open Arms – che partì nel segno delle difficoltà data la strenua opposizione da parte del governo spagnolo, ma che piano piano ha preso sempre più forma grazie all’aiuto di centinaia e centinaia di volontari; mentre a rendere ancora più “umanitario” il racconto ci saranno anche le storie di alcuni di quei migranti che sono stati effettivamente salvati dalla ONG spagnola e che hanno avuto la possibilità di ricostruirsi una vita lontani dai conflitti della loro terra di origine.
Open Arms: il caso del “braccio di ferro” con il governo italiano e l’assoluzione di Matteo Salvini
Al di là della storia di Open Arms – come dicevamo prima -, a sentire queste due parole in Italia si pensa immediatamente alla vicenda che nel 2019 ha coinvolto la ONG spagnola, il governo italiano e l’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini: il primo agosto, infatti, la nave soccorse 124 migranti al largo delle coste della Libia chiedendo immediatamente l’autorizzazione ad attraccare all’Italia e a Malta, vedendosele entrambe negate.
Partì un vero e proprio braccio di ferro fatto da denunce presentate da Open Arms e da divieti di attracco da parte del governo italiano che si concluse solamente il 20 agosto quando il procuratore di Agrigento – il dottor Luigi Patronaggio – salì a bordo della nave spagnola e constatò la condizione precaria dei migranti che si trovavano a bordo: fu lo stesso procuratore a “scavalcare” il governo e disporre l’attracco immediato, oltre al sequestro della nave Open Arms.
Contestualmente, contro il ministro Salvini fu intentata una causa per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver – secondo l’accusa – bloccato la Open Arms per una volontà prettamente politica: nel 2021 si aprì ufficialmente il processo a carico del leader della Lega che – dopo 24 udienze e più di tre anni di dibattimenti – si è chiuso nel 2024 con l’assoluzione; salvo per il fatto che lo scorso luglio la Procura di Palermo ha depositato il ricorso in Cassazione che potrebbe riaprire la partita e costare a Salvini fino a 6 anni di reclusione.