Pablo Trincia, ex Iena, giornalista e collaboratore di programmi come Servizio Pubblico e Chi l’ha Visto, autore di reportage da premio giornalistico e, soprattutto, di Veleno, l’audio inchiesta sui cosiddetti ‘Diavoli della bassa modenese’, ha rilasciato un’intervista sulle colonne del quotidiano “La Verità”, con particolare riferimento all’edizione in edicola sabato 3 luglio 2021. Una chiacchierata aperta parlando di sé e riflettendo sulla sua carriera: “Se tornassi indietro, probabilmente prenderei un’altra strada. Penso di aver sbagliato mestiere, avrei dovuto gare l’insegnante o lo studioso di lingue, in qualche università. È questa la mia vera passione. Certo, mi piace il lavoro che faccio, però…”.
Però parla dodici lingue, tra cui il tedesco, l’’inglese, il francese, lo spagnolo e il russo, anche il persiano, lo swahili, l’hindi, il wolof… Un poliglotta fatto e finito, con un bagaglio culturale ereditato dai genitori: “Mia madre è un’iraniana cresciuta in Russia, mio padre un italiano che ha vissuto in Germania, dove sono nato (a Lipsia, per la precisione). Ho sempre respirato un clima internazionale e poi c’è anche il mio senso per le lingue”.
PABLO TRINCIA: “VELENO, SVILUPPI E NOVITÀ”
Esaurita l’ampia parentesi linguistica, Pablo Trincia ha parlato della docuserie Veleno, tratta proprio dai suoi podcast: dopo la recente confessione di Davide, il bambino zero del caso (ora trentenne), che ha ammesso di essersi inventato abusi pedofili e omicidi su pressione degli psicologi, “stanno emergendo altre persone disposte a parlare. Stiamo facendo tutte le verifiche delle loro testimonianze. Per adesso arrivano conferme molto interessanti”.
Non si tratterebbe però di altri ragazzi (all’epoca dei fatti bambini), bensì di persone che li conoscono e hanno avuto a che fare molto da vicino con loro. Persone che hanno dato conferme molto importanti e coetanei di quei bambini che sono stati seguiti dai servizi sociali o che lavoravano con i servizi sociali. A livello di iter giudiziario, invece, tutto è ancora fermo a quando la Corte d’Appello di Ancona ha giudicato inammissibile la richiesta di revisione del processo presentata da Federico Scotta. “Probabilmente lui farà un nuovo tentativo con la Cassazione – ha rivelato Trincia -. Ottenere revisioni è molto difficile. Ci sono cavilli, vizi di forma, prescrizioni. Dopo due metri sei già morto”.
PABLO TRINCIA: “GENITORI INNOCENTI HANNO DIRITTO A NUOVO PROCESSO”
La vera difficoltà, spiega Pablo Trincia a “La Verità”, risiede nell’avversione delle famiglie affidatarie dei ragazzi contro le famiglie naturali. Genitori innocenti che adesso avrebbero diritto a un nuovo processo per dimostrare la loro totale estraneità ai fatti e recuperare una dignità che è stata strappata loro barbaramente a morsi. Intanto, gli inquirenti che si occupano della vicenda Bibbiano hanno acquisito il materiale dell’indagine di Veleno, ma Trincia precisa: “So che lo hanno utilizzato perché contiene approfondimenti sul Centro Hansel e Gretel. Mi hanno fatto sapere che per loro era importante. Non mi sono occupato di Bibbiano, ma Veleno ha avuto il merito di portare l’attenzione su una vicenda poco conosciuta e su un metodo psicoterapeutico ignorato”.
Il giornalista ha poi rivelato di avere definitivamente detto addio al mondo della tv e di essere divenuto a novembre direttore creativo di Chora media, una società che produce storie in podcast. “Stiamo lavorando a più storie contemporaneamente, ma tra queste non c’è Bibbiano. Siamo tuttavia curiosi di vedere come proseguirà quell’indagine. Quella sui Diavoli della bassa invece è un’inchiesta che non mollerò mai”.