Le reazioni al piano di Trump sul controesodo dei palestinesi via dalla Striscia di Gaza: Cina, Russia e mondo arabo bocciano, l'Europa traccheggia...

IL SUD DEL MONDO (CON LA CINA) BOCCIA TRUMP E IL PIANO SU GAZA: INTANTO HAMAS…

Più che la Striscia come «la Costa Azzurra del Medio Oriente», è il passaggio chiave dei palestinesi «tutti fuori da Gaza» che sta infiammando il mondo geopolitico dopo l’accordo stipulato questa notte tra gli Stati Uniti di Donald Trump e Israele di Bibi Netanyahu: l’incontro atteso alla Casa Bianca, con relativo piano strutturale da attuare come terza fase della tregua fra Tel Aviv e Hamas, ha scatenato il “Sud” del mondo in protesta sostanzialmente unanime contro l’iniziativa americana tutta da impostare e alquanto difficile da ottenere (almeno nel breve-medio termine).



Si parte da Hamas, che si poteva ovviamente immaginare non potesse accettare l’idea che tutti i palestinesi debbano uscire dalla Striscia di Gaza dopo che a milioni sono rientrati con il cessate il fuoco avviato a gennaio 2025: «La posizione razzista americana è in linea con la posizione dell’estrema destra israeliana». Secondo la sigla filo-Iran, che ha iniziato la guerra con Israele con gli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023, l’idea di “sfollare” tutti i palestinesi non è attuabile né accettabile, rilancia Abdel Latif al-Qanou, portavoce nazionale di Hamas. Dal Brasile al Sud Africa, dal mondo arabo a quello sud-americano, si allarga il fronte di opposizione al piano di Trump per Gaza: secondo la Russia di Putin – che parallelamente in queste ore prosegue le interlocuzioni con Casa Bianca e Ucraina per impostare negoziati di pace nelle prossime settimane – la soluzione ideale per il Medio oriente resta quella dei due popoli in due Stati. Non solo, secondo Mosca il “reinsediamento” voluto da Trump con il controllo della Striscia di Gaza è stata ampiamente respinta dalle altre capitali arabe: Arabia ed Emirati ma anche il Qatar, se non anche l’Egitto, bocciano la proposta americana. Dal Cairo, individuata assieme alla Giordania e la Siria come i potenziali approdi dei palestinesi nel futuro post-Gaza, viene ribadito che la popolazione della Striscia dovrà rimanere in Palestina, concordando con la Turchia di Erdogan che sottolinea come la guerra in Medio Oriente sia cominciata proprio in questi termini, «con la sottrazione di terra ai palestinesi». Molto netto anche il regime comunista della Cina che respinge al mittente il “piano Trump”, rilevando come il principio debba rimanere lo stesso, ovvero “palestinesi dominano sui palestinesi”.



E L’EUROPA? NESSUN COMMENTO DA VON DER LEYEN, VOCI ISOLATE TRA FRANCIA, ITALIA E UK CHE MANIFESTANO DUBBI SUL PIANO

In tutto questo subbuglio geopolitico mondiale alle parole di Donald Trump in conferenza stampa con l’omologo leader Netanyahu, se il mondo arabo, la Cina e la Russia hanno preso netta posizione (tutti contrari agli Usa), da Bruxelles si assiste ad un silenzio molto “rumoroso”. Impegnati nella già difficile trattativa a distanza su potenziali dazi americani sui prodotti europei, la Commissione UE non si è espressa sul tema di Gaza né con la Presidente Von der Leyen, né con l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Kaja Kallas.



In questo “silenzio” e “vuoto” preoccupante, sono i singoli paesi ad inserirsi per provare a dare una reazione alla proposta Trump per il futuro di Gaza: dal Regno Unito del Governo Starmer, alla Francia di Macron fino alla Germania di Scholz e Baerbock, il coro dei contrari al piano Usa è piuttosto nutrito e si fonda sempre sull’idea di due popoli in due Stati divisi e vicini. Il fallimento di tale proposito dell’ONU – con costanti guerre fra Hamas e Israele – non sembra convincere nessuno dal trovare una soluzione alternativa, e ora la “terza via” di Trump viene comunque bocciata tanto dal Sud del mondo quanto da parte dell’Occidente. L’Italia del Governo Meloni si espone con il Ministro degli Esteri Tajani, il quale non va molto distante dal “Gaza è dei palestinesi” di Francia-Germania-UK. Alla vigilia della visita diplomatica in Israele per l’iniziativa “Food for Gaza”, il vicepremier sottolinea che l’evacuazione dei palestinesi dalla Striscia, diretti verso Egitto o Giordania, è stata bocciata in primis dai due Paesi alleati dell’Occidente. Non solo, la posizione italiana sul tema rimane una e una sola secondo Tajani: «due popoli e due Stati».