Femminicidio Pamela Genini, cos'è successo: uccisa a Milano da Gianluca Soncin con 30 coltellate. Il giallo del referto medico e il mancato codice rosso
Sono oltre 30 le coltellate inferte da Gianluca Soncin a Pamela Genini: i primi risultati dell’autopsia sul corpo della modella e imprenditrice uccisa dall’ex fidanzato a Milano aggravano il quadro che era inizialmente emerso sul caso che verrà affrontato oggi a Domenica In. Poco prima di essere uccisa ha mandato un messaggio in cui ammetteva di avere paura e di non sapere che fare con l’ex compagno, “matto completamente“.
All’uomo con cui aveva avuto una relazione e che era diventato suo amico chiedeva che fare, ma Soncin nel frattempo è riuscito a irrompere in casa sua, grazie a un mazzo di chiavi che aveva copiato di nascosto. I poliziotti accorsi dopo l’allarme lanciato dall’amico di Pamela non hanno potuto salvarla.

Le indagini stanno facendo emergere un quadro agghiacciante, fatto di minacce di morte per oltre un anno, umiliazione e violenze.
IL FEMMINICIDIO DI PAMELA GENINI
La vita di Pamela Genini si è fermata per sempre martedì scorso. Secondo la ricostruzione del femminicidio emersa finora, Soncin è entrato a casa della donna di sdoppiato, usando il doppione delle chiavi fatto di nascosto. Lei era al telefono con l’ex che era diventato amico: è stato l’ultimo a sentire la ragazza e tra i primi a dare l’allarme. Nel frattempo, infatti, si sono attivati anche i vicini, dopo le urla della ragazza che chiedeva aiuto mentre veniva aggredita.
Gli ultimi fendenti sarebbero stati inferti proprio mentre gli agenti intervenivano. Secondo il gip di Milano si tratta di un omicidio premeditato, deciso almeno una settimana prima. Agghiacciante anche l’indicazione fornita da Soncin sulle sue generalità durante uno dei primi interrogatori in cui non ha risposto alle domande che gli sono state poste: come dimora ha indicato proprio la casa di Pamela Genini.
IL MANCATO CODICE ROSSO
Ma è emerso anche il giallo del referto medico che avrebbe dovuto far scattare il codice rosso, cosa che però non è avvenuta. Nel settembre dell’anno scorso, infatti, ci fu una lite a casa di Gianluca Soncin dopo la quale la 29enne fuggì da un’amica e si recò in un’ospedale di Seriate per un dito rotto. Gli venne sottoposto un questionario: almeno 3 risposte positive su 5 avrebbero dovuto comportare l’attivazione della protezione. Pamela Genini rispose “sì” a quattro domande su cinque, ma quel documento ospedaliero, trasmesso ai carabinieri, non ha portato a nulla.
Stando a quanto ricostruito dal Corriere della Sera, la 29enne non denunciò, probabilmente per paura, ma ora la Procura di Milano sta approfondendo la questione per capire cosa non ha funzionato un anno fa. Nel frattempo, gli inquirenti stanno provando a ricostruire le violenze di Gianluca Soncin, che ha un arresto alle spalle, era stato denunciato per maltrattamenti dall’ex moglie, che sarà sentita, e pare facesse uso di cocaina e oppiacei.
