In questi giorni così convulsi dove si attende di capire se lo sport potrà riaprire dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, ecco che a sconvolgere ulteriormente il mondo degli sport acquatici è l’ultima accusa che arriva dal presidente onorario della LEN, ovvero la Lega Europea del Nuoto, Bartolo Consolo, diretta all’attuale presidente della LEN Paolo Barelli. Barelli, che già è pure presidente della Federazione italiana, già nei giorni era stato messo nel mirino per la decisone di porre in cassa integrazione 85 dipendenti della federazione: mossa che è risultata di difficile comprensione, dato che la Federnuoto (i cuoi conti sono già ottimi) aveva già ricevuto fondi stanziati da Sport e Salute, fissati proprio per evitare situazioni simili. Ma oltre a tale polemica, ecco che Barelli è finito di nuovo nell’occhio del ciclone, accusato, questa volta di fatture e contratti firmati e regolarmente pagati a società italiane, per servizi però mai erogati.
BARTOLO CONSOLO ACCUSA PAOLO BARELLI
In una lunga intervista concessa nei giorni scorsi a Repubblica, il presidente onorario della LEN Bartolo Consolo spiega molto bene la vicenda, di cui si ne occuperanno certo le autorità giudiziarie responsabili. Nell’intervento Consolo afferma che l’origine della storia è da ricondurre a novembre, quando, in seguito a una lettera anonima ricevuta, si mette a indagare su tre società di Roma che “avevano ricevuto pagamenti dalla Len per prestazione oggettivamente mai eseguite”. Il riscontro dalle ricerche effettuate non è soddisfacente per Bartolo: si scopre in aggiunta che queste società non hanno nulla a che fare con gli sport acquatici e che dietro contratti e fatture vi si sia la persona di Paolo Barelli e che i soldi che circolano per falsi contratti sui diritti tv e sponsor sono pure tanti. A infittire il mistero vi è poi il fatto che tanti dirigenti non abbiano fornito risposte esaustive sulla vicenda e che alcuni, abbiano nel frattempo anche abbandonato l’incarico, firmato un patto di riservatezza. Chiaramente l’intera vicenda, pur con i ritardi dovuti all’esplodere dell’emergenza coronavirus, è arrivata ai media (si è formato un consorzio investigativo con Frankfurter Allgemeine Zeitung, Sunday Times e Daily Telegraph), ma pure alla giustizia ordinaria, con un’inchiesta su cui lavorano la procura italiana e svizzera. Nel frattempo, lo scorso 3 maggio la LEN, tramite una nota ufficiale ha fatto sapere di “rigettare completamente le accuse, apparse su alcuni media”, affermando che non vi è alcuna sostanza dietro a tali attacchi, ricordando inoltre di aver agito e di agire sempre in linea con principi di buon governo e trasparenza. L’inchiesta però ormai è partita: nn ci resta che attendere gli sviluppi della giustizia.