Un bravissimo Giorgio Tirabassi è Paolo Borsellino, in un film che racconta l'ultimo periodo della vita del magistrato assassinato da Cosa Nostra
Paolo Borsellino, film su Rete 4 diretto da Gianluca Maria Tavarelli
Sabato 19 luglio, andrà in onda, nel pomeriggio di Canale 5, alle ore 15:45, il film dal titolo Paolo Borsellino. Si tratta di un progetto biografico italiano prodotto da Taodue Film e diretto da Gianluca Maria Tavarelli, al suo primo progetto per la televisione, a cui faranno seguito altre miniserie biografiche come Maria Montessori (2007) e Aldo Moro (2008).
Nei panni del grande e indimenticato magistrato Paolo Borsellino troviamo l’attore romano Giorgio Tirabassi, diventato famoso grazie al personaggio dell’ispettore capo Roberto Ardenzi nella fiction Mediaset Distretto di polizia. Nel cast anche Ennio Fantastichini, Giulia Michelini, Elio Germano e Daniela Giordano.
La trama del film Paolo Borsellino: dall’omicidio Basile alla strage di via D’Amelio
Paolo Borsellino ripercorre la vita professionale e privata del giudice ucciso da Cosa nostra nella strage di via D’Amelio. Siamo negli anni ’80 quando gli viene affidata un’indagine delicatissima: fare luce sull’assassinio del capitano dei carabinieri Basile, ucciso poco dopo aver fatto emergere un dossier scottante su alcune famiglie mafiose di Palermo, tra cui spiccano i temuti Corleonesi, guidati da Totò Riina.
È così che Borsellino decide di creare una task force di investigatori fidati, diventata famosa con il nome di “pool antimafia”, insieme al collega e grande amico Giovanni Falcone. Le indagini sono complesse e svelano un traffico internazionale di droga, in cui sono coinvolte diverse banche compiacenti, pronte a ripulire il denaro sporco proveniente dal narcotraffico.
Man mano che il sistema mafioso viene smascherato, la pressione e i rischi aumentano, colpendo non solo i magistrati ma anche le loro famiglie: Lucia, la figlia di Borsellino, si ammala gravemente, mentre la moglie e i figli gli rimproverano la sua assenza e il peso della missione che ha scelto. Il dolore diventa più forte quando il giudice Chinnici, amico fraterno di Borsellino, muore in un attentato. Intanto Falcone viene incoraggiato dal giudice Caponetto a cercare la collaborazione del pentito Tommaso Buscetta, rinchiuso in carcere. Le sue dichiarazioni sono esplosive e permettono l’arresto di numerosi mafiosi, aprendo le porte al celebre maxi-processo.
Il clima però è sempre più pericoloso: due uomini del pool vengono assassinati e Falcone e Borsellino sono costretti a rifugiarsi nel carcere dell’Asinara, in isolamento, per proseguire il lavoro. Quando Falcone viene ucciso, la sua perdita segna profondamente Paolo, che però non si ferma. Un pentito gli svela l’esistenza di un piano per eliminarlo: un carico di dinamite è pronto per colpirlo. Nonostante ciò, Borsellino decide di congedare la sua scorta, consapevole che i suoi giorni sono contati, ma i suoi uomini non lo abbandonano. Fra loro, purtroppo, si nascondono due traditori. Il 19 luglio 1992, mentre citofona alla madre per salutarla, Paolo Borsellino viene assassinato in via D’Amelio, in un attentato che segna una delle pagine più buie e tristi della lotta alla mafia italiana.