Come sta Papa Francesco, il parere del professor Massimo Andreoni sulla polmonite bilaterale e l'infezione: "Prossime ore decisive, ma cuore è sano"

Sono ore fondamentali per Papa Francesco, perché il quadro è complesso alla luce della polmonite bilaterale, diagnosi che si è aggiunta a quella di infezione polimicrobica, legata alla bronchite asmatica che era già emersa. Le ultime notizie e l’ultimo bollettino infondono fiducia, ma gli esperti invitano alla massima cautela. Tra questi c’è il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico del Simit, società che si occupa di malattie infettive e tropicali.



Nelle scorse ore a Il Messaggero ha spiegato che, trattandosi anche di un paziente anziano, non vanno sottovalutate le cure con cortisone a cui è sottoposto, perché si tratta di un farmaco che causa una riduzione della ripresa dell’organismo.

COME STA PAPA FRANCESCO: L’ANALISI DI ANDREONI

Ma Andreoni fa presente anche che all’età di Bergoglio le reazioni sono comunque ridotte a prescindere dalla somministrazione del cortisone. Uno dei compiti dei medici è quello di trovare un equilibrio tra il cortisone, che migliora l’ossigenazione dei polmoni, e la necessità di non compromettere la risposta dell’organismo.



Il fatto che il pontefice sia lucido e attivo è molto positivo per Andreoni, che aggiunge anche l’assenza di problemi cardiocircolatori tra i fattori positivi, oltre a quella di febbre. Per quanto riguarda l’aspetto cardiovascolare, il professore emerito all’Università Tor Vergata lo giudica ancora molto efficiente, e questo è molto importante.

“ATTENZIONE A EVENTUALI SCOMPENSI PER ALTRI ORGANI”

Il monitoraggio dell’efficacia della terapia antibiotica è importante, perché è importante per controllare la polmonite e comprendere la capacità reattiva dell’organismo. Per il professor Andreoni, comunque, non sono i problemi respiratori e la loro severità a preoccupare, bensì eventuali scompensi che potrebbero colpire altri organi.



Delle condizioni di Papa Francesco nelle ultime ore ha parlato anche a Repubblica, in particolare sulla durata del ricovero. Infatti, si è sbilanciato annunciando che sarà discretamente lunga, in virtù del quadro attuale, “perché la soluzione della polmonite richiede trattamenti di molti giorni“, d’altra parte, molto dipenderà dell’evoluzione della situazione, perché bisognerà comprendere l’efficacia delle terapie.