Il discorso di Papa Leone XIV alle ROACO delle Chiese orientali: “in corso violenza diabolica contro l'Oriente cristiano. Preghiamo per la pace di Cristo”
UCRAINA E MEDIO ORIENTE, LE VIOLENZE BARBARE CONTRO I CRISTIANI: IL GRIDO DI PAPA LEONE XIV
L’attentato nella chiesa di Damasco, le violenze a Gaza, la sofferenza dei villaggi in Ucraina e un conflitto permanente tra due popoli cristiani/ortodossi: Papa Leone XIV non dimentica nulla nel suo grido di pace davanti agli orrori in arrivo contro l’Oriente cristiano (e non). E dopo l’importante discorso tenuto lo scorso maggio davanti al Giubileo delle Chiese Orientali, anche nell’udienza concessa all’Assemblea Plenaria delle ROACO (Riunione delle Opere per l’aiuto alle Chiese Orientali) viene ribadito dal Santo Padre la centralità della viva fede orientale.
L’annuncio di gioia e amore per il cuore di Dio è uno dei temi di massima letizia che la Chiesa d’Oriente storicamente testimonia, spesso davanti alla vasta cappa d’odio che invece si respira nel clima di intolleranza e persecuzione nelle medesime aree: Papa Leone XIV si rivolge all’intera comunità cristiana d’Oriente, sottolineando il grado di profonda complessità per le guerre e le persecuzioni che non riescono a rimarginarsi. «Siete una luce che brilla nelle tenebre dell’odio», spiega il Santo Padre davanti all’impegno della ROACO nella vicinanza con le Chiese orientali d’ogni ordine e tipo.

È una storia di violenza, di insofferenza e di attacco per il solo fatto di testimoniare la bellezza e la pace del Vangelo: oggi però, sottolinea Leone XIV, «la violenza bellica sembra abbattersi sui territori dell’Oriente cristiano con una veemenza diabolica» difficilmente raggiunta nei secoli scorsi. Dalla guerra in Ucraina alle violenze disumane a Gaza fino al resto del Medio Oriente dove in larga parte la presenza cristiana viene vista ancora come sgradita, come dimostra il barbaro attentato dell’ISIS fondamentalista nella chiesa di Damasco, già definito da Papa Leone XIV nei giorni scorsi come un «ennesimo vile attacco contro i cristiani di Siria».
PAPA LEONE XIV TORNA SULLA CENTRALITÀ DEI “DUE POLMONI” DELLA CHIESA TRA OCCIDENTE E ORIENTE
Dopo un accenno al tema non secondario delle fake news, in quanto molte volte contribuiscono a generare conflitti dove la gente muore per davvero, Papa Leone XIV sottolinea nel suo discorso all’udienza di questa mattina la tristezza estrema nell’assistere ad un mondo dove la legge del “più forte” si impone sull’umanità e il diritto. Porre la pace e il futuro del domani in mano ad un mondo dove la visione del bene comune viene del tutto cancellata è quanto di più tremendo possa avvenire: così come il continuo tradire i desideri di pace dei popoli è qualcosa che non può essere tollerata, con «false propagande del riarmo» e con l’illusione che la supremazia possa davvero eliminare vendetta e odio.
Ai cristiani non resta che pregare, ma non come elemento “minimo” e “inutile”: la preghiera fa scaturire la verità, il sostegno, la testimonianza, rimanendo sempre fedeli a Gesù per evitare di rimanere «impigliati nei tentacoli del potere». L’invito di Papa Leone XIV alle Chiese orientali è quello di continuare ad imitare Cristo che con il “solo” amore e con l’offerta della croce è riuscito a vincere il male e il peccato. Serve guardare Gesù, serve direttamente seguirlo in quanto unico ad aver liberato i cuori dall’odio, dalla vendetta e dalla ritorsione del potere.
L’appello finale è rivolto soprattutto ai cristiani occidentali, come già aveva rilevato nel suo discorso alle Chiese orientali durante il Giubileo appena pochi giorni dopo l’elezione al Soglio Pontificio: l’invito è di considerare quello che San Giovanni Paolo II chiamava «il respiro dei due polmoni» a cui la Chiesa Cattolica deve riabituarsi, il polmone dell’Est e dell’Ovest. L’Oriente cristiano, vittima di atrocità e persecuzioni, testimonia l’amore per Cristo per la bellezza, mentre spesso esiste ancora troppa «ignoranza» in Occidente per rendersi conto del valore in arrivo da Est, qui dove invece «la fede rischia di diventare asfittica».
