In Olanda c'è chi vive la Pasqua come weekend lungo per andare in centri commerciali. Ma ci sono giovani che riscoprono la fede
La Pasqua ci ricorda il cuore della nostra fede, la morte in croce e la Resurrezione di Gesù. È solo in Lui che ogni uomo trova la vera pace. Una testimonianza che può fare breccia nel cuore di tutti. Lo spiega Willem Jacobus Eijk, arcivescovo metropolita di Utrecht dal 2007, creato cardinale nel 2012, dal 1997 al 2002 componente della Commissione teologica internazionale e dal 2011 al 2016 presidente della Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi.
La Pasqua alimenta la speranza di una Chiesa olandese che assiste alla conversione di un numero sempre maggiore di giovani, che trovano nella fede cattolica la risposta personale alle domande universali sul senso della vita.
Eminenza, per i cattolici olandesi, in particolare della sua diocesi di Utrecht, cosa significa la festa di Pasqua? Come la vivono?
Ci soffermiamo sulla sofferenza e sulla morte in croce di Gesù Cristo, per poi celebrare la sua Resurrezione. Questo è il cuore della nostra fede. Le celebrazioni del Triduo pasquale sono state ben preparate e celebrate con solennità nelle chiese dell’arcidiocesi di Utrecht. Questa è una delle lezioni che abbiamo imparato nella Chiesa olandese negli ultimi decenni: una liturgia ben fatta attira le persone.
Da dove nasce questa attenzione per la liturgia?
La “liturgia sperimentale”, per la quale i Paesi Bassi erano un tempo famosi, non si verifica quasi più qui. Adattando la liturgia al gusto del tempo, i sacerdoti speravano di trattenere i giovani. L’esperienza olandese mostra che è stata una vana speranza. Mentre il Natale è una celebrazione che tradizionalmente garantisce chiese ancora piene (soprattutto la Messa di mezzanotte), anche la Pasqua attira parecchie persone che non vediamo nei banchi ogni domenica.
Come la Chiesa dei Paesi Bassi ha invitato i fedeli a vivere la Passione di Cristo e la sua Resurrezione?
L’ha fatto in diversi modi. Per l’Anno Santo, all’inizio del 2025, è stata pubblicata una raccolta di preghiere e meditazioni dei vescovi. Io stesso ho scritto quella sulla Settimana Santa e la Pasqua, intitolata La nostra speranza fondamentale. Ogni anno pubblico anche un messaggio per la Quaresima, per prepararsi alla Pasqua nel miglior modo possibile. Scrivo un saluto a tutti i fedeli dell’arcidiocesi all’inizio del Triduo pasquale e il testo viene distribuito nelle parrocchie. Quest’anno ho scritto, tra l’altro: “Che in questo Anno Santo possiamo essere e rimanere ‘pellegrini della speranza’ che pregano, legati gli uni agli altri nella preghiera, e che la luce del nostro Signore risorto continua a illuminarci a questo scopo”.
Cristo ha vinto la morte. Fino a che punto c’è la consapevolezza di vivere la Pasqua ogni giorno?
Questa consapevolezza non è sempre sufficientemente presente in tutti. Anche per questo è importante partecipare all’Eucaristia la domenica. Nella Santa Messa, il corpo e il sangue di Cristo sotto forma di pane e vino vengono offerti a Dio dal sacerdote sull’altare. In questo modo si commemora la sua morte sulla croce e la sua Resurrezione. Il riferimento alla vittoria di Cristo sulla morte è un importante promemoria del vero significato di questa vita e ci aiuta a compiere le giuste scelte.
Per chi in Olanda non è cattolico, non è credente, per la società laica e secolarizzata, cosa rappresenta la Pasqua?
Per i non credenti, che sono più di metà della popolazione, la Pasqua è soprattutto un “weekend lungo”. Il Venerdì Santo è giorno di riposo e anche il Lunedì dell’Angelo la maggior parte delle persone è libera. Si sta in famiglia, si mangia bene insieme e si va in un centro commerciale o in un centro di giardinaggio: visite diventate una tradizione pasquale “laica”. Spetta a noi, come Chiesa, proporre qualcosa di diverso: dopotutto, la Buona Novella di Cristo è destinata a tutti. Nell’arcidiocesi di Utrecht siamo impegnati in parrocchie missionarie. Con i corsi Alpha, le Domeniche delle famiglie e altre iniziative, le parrocchie cercano di accogliere chi altrimenti va raramente o mai in chiesa. Anche altre diocesi sono impegnate in questi progetti.
Sono iniziative che stanno dando frutto?
Ci sono segni di speranza che la fede oggi susciti maggior interesse: i sacerdoti pubblicano che negli ultimi anni sempre più giovani si fanno avanti per diventare cattolici. La consapevolezza della mancanza di significato della vita e la necessità di una bussola morale giocano un ruolo importante, con gli influencer cattolici su Internet che invitano a conoscere la Chiesa. È sempre una grande gioia per tanti preti, e per me come vescovo, battezzare qualcuno durante la veglia pasquale.
Qual è il messaggio universale della festa, per credenti e non, in un mondo che ha più che mai bisogno di Resurrezione e pace e di dare un senso alla vita?
Il 29 marzo è stato il turno dei Paesi Bassi nella Staffetta di preghiera per la pace che ha girato l’Europa dal 5 marzo al 17 aprile. Questa Staffetta quaresimale è stata voluta dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE): tutti i 39 Paesi membri sono stati invitati a celebrare una Messa per le vittime della guerra e per una pace giusta e durata. Nell’Eucaristia del 29 marzo a Utrecht ho sottolineato che troviamo la pace nel nostro intimo, con gli altri esseri umani e con gli altri popoli, solo nella morte in croce e nella Resurrezione del Figlio di Dio che si è fatto uomo, Gesù Cristo, attraverso il quale siamo riconciliati con Dio. Egli ha stabilito la pace tra Dio e noi. Con le nostre forze non saremo in grado di stabilire una pace duratura. Se la vogliamo, dobbiamo cooperare ai piani di pace di Dio. E quindi innanzitutto pregare Dio di stabilire una pace duratura nella nostra vita attraverso Gesù.
(Vincenzo Sansonetti)
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