Pasquale Guadagno, 27 anni, perse la madre Carmela Cerillo nel 2010, uccisa dal marito Salvatore Guadagno a Feletto Umberto (Udine), e ora rischia di vedersela strappare una seconda volta dal genitore, condannato a 18 anni di carcere per il delitto e appena tornato in libertà. Il giovane, come lui stesso ha raccontato alla Tgr Friuli Venezia Giulia, chiede aiuto alle istituzioni affinché siano tutelati i diritti suoi e della sorella in quanto orfani di femminicidio: oggi il padre, nonostante sia stato riconosciuto l’assassino della donna, è l’unico che può decidere cosa fare della sua salma: “Ora vuole cremarla per tenerla con sé“, ha dichiarato il figlio che, insieme alla sorella, combatte una durissima battaglia per farsi ascoltare.
Pasquale Guadagno aveva 13 anni quando il padre uccise la madre appena 38enne e adesso lui e la sorella Annamaria si trovano a non avere voce in capitolo su ciò che l’uomo potrebbe decidere dopo la scarcerazione. A Salvatore Guadagno, condannato a 18 anni poi diventati 13 per buona condotta, infatti, la legge riconosce il diritto di disporre della salma e di scegliere se procedere alla cremazione e dove tenere le ceneri della donna.
Pasquale Guadagno contro il padre che uccise la madre: “Mia madre voleva essere sepolta con la famiglia, questo diritto ci è stato tolto”
È drammatico il racconto che Pasquale Guadagno ha fatto alla Tgr Friuli e al Corriere della Sera, nel quale ripercorre il dramma del femminicidio della sua mamma, Carmela Cerillo, e della impossibilità di soddisfare quello che era il suo desiderio: “Quando morirò vorrò essere sepolta a Napoli, con mia madre, per vivere un’altra vita assieme a lei“. Carmela Cerillo era anche lei orfana di femminicidio: sua madre Annamaria De Concilio, nonna di Pasquale Guadagno, fu assassinata dal marito Raffaele Cerillo nel 1973 quando lei aveva appena 7 mesi.
Secondo il 27enne, il diritto di decidere dove far riposare la madre Carmela gli è stato tolto: “Un anno e mezzo fa, con mia sorella, abbiamo parlato della volontà di nostra madre e abbiamo pensato ‘Cremiamola e portiamola a Napoli’. Lì siamo venuti a conoscenza del fatto che non avevamo nessun potere. Ci è stato detto ‘Voi non potete decidere per il corpo di vostra madre perché ad oggi a decidere è vostro padre, il vedovo’. Perché per lo Stato lui è il vedovo, non è solo l’assassino. Chiediamo di essere ascoltati“. Pasquale Guadagno non nasconde inoltre il suo timore per il ritorno in libertà del padre: “La sua mentalità patriarcale spaventa me e mia sorella, lui pensa ancora di avere potere sui figli, su sua moglie nonostante l’abbia uccisa“.