I giovani possono aumentare il cedolino della pensione di vecchiaia grazie ad una maggiorazione contributiva.

Nel momento in cui si effettua una valutazione sul valore della pensione di vecchiaia, si tengono in considerazione delle variabili importanti tra cui il montante contributivo. Al fine di permettere ai giovani di ricevere in futuro un trattamento più decoroso da quest’anno in poi gli viene permessa una quota aggiuntiva.



A partire da quest’anno 2025 a chiunque lo volesse, viene data possibilità – ai giovani lavoratori – di versare una quota contributiva INPS, corrispondente a circa il 2% in più rispetto a quanto si paga ordinariamente, così da arricchire “il cedolino previdenziale”.

Come arricchire la pensione di vecchiaia dei giovani

Affinché i giovani lavoratori di oggi possano ricevere in futuro una pensione di vecchiaia più ricca, oltre che al regolare e ordinario pagamento dei contributi INPS, gli viene consentito un versamento extra entro un limite del 2%.



Si tratta di una possibilità permessa a coloro che sono iscritti ai sistemi di previdenza come l’AGO o la gestione separata, al quale possono aderire così da affiancare la misura alla attuale soluzione extra pensata per la previdenza complementare.

La maggiorazione è prevista non al fine di maturare i requisiti minimi per uscire dal lavoro anticipatamente o con la sola pensione di vecchiaia, bensì per “arricchire” in termini economici il futuro cedolino pensionistico.

Per coloro che lo desiderano è possibile consultare il montante contributivo online accedendo con SPID, CNS o CIE alla dashboard del servizio INPS telematico.



Regole e convenienza

Nonostante debbano essere ancora definite le nuove regole del prossimo decreto, a cura e gestione del Ministero del Lavoro, attualmente si ha un’idea della possibilità di poter dedurre – soltanto a metà – il premio contributivo maggiorato entro e non oltre il 2%.

A differenza dei versamenti ordinari che invece la deducibilità è permessa al 100% rispetto a quanto versato obbligatoriamente dai lavoratori in busta paga. Vige sempre il tetto massimo della misura che non può oltrepassare i 5.164,57€.

Seppur possa trapelare una minor convenienza economica – e in parte lo è – di tale opzione, di fatto diventa una soluzione agevolativa nei confronti di chi ad esempio, non ha dimestichezza con i fondi integrativi.