La riforma pensioni potrebbe aggiornarsi da settembre 2025, con l'arrivo del documento di aggiornamento del DEF.
Quasi sicuramente le pensioni cambieranno aspetto in poco tempo, soprattutto da settembre 2025 quando verrà approvata la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (DEF). La data di scadenza per presentare l’update è prevista al 27 settembre, e fino ad allora il Governo ha spazio per pensare a delle soluzioni extra.
Attualmente tra le proposte in ballo l’Esecutivo vorrebbe introdurre Quota 41 Flessibile al posto della Quota 103, così da agevolare gli anticipi. Dal mese di ottobre in poi toccherà al Consiglio dei ministri effettuare le sue valutazioni sulla base dell’aggiornamento del tasso d’inflazione.
Nuove pensioni a partire dal 2025…

Settembre 2025 potrebbe essere il periodo clou per dare una nuova forma alla prossima Riforma Pensioni. Da quando verrà pubblicato il DEF non resterà altro che valutare il tasso di inflazione aggiornato in tempo reale e il budget a disposizione da destinare alle misure.
Tra le ipotesi migliori e più concrete c’è l’estensione della Quota 41, che prevede il pensionamento anticipato (come l’attuale Quota 103), ma con una penalizzazione di gran lunga inferiore rispetto a quella cui siamo abituati (un taglio del 2% per ogni anno anticipato con un limite di 5, e solo per chi ha un ISEE oltre 35.000€).
In breve si raggiungerebbe la quiescenza al maturamento dei 41 anni di contribuzione ma a patto che il contribuente abbia anche circa 62 anni, perché senza far prevalere l’età anagrafica l’intervento vedrebbe delle spese ingenti, tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
L’inflazione stimata da settembre
Attualmente il tasso di inflazione si aggira – come stima – tra l‘1,6% e l’1,8%, e a meno che non cambi qualcosa in extremis, il Governo provvederà ad aumentare l’importo basandosi esclusivamente sul cedolino previdenziale.
La rivalutazione può subire un’incidenza parziale o totale, ad esempio, il 100% verrebbe riconosciuto soltanto alle pensioni che non superano i 2.413,6€, mentre per importi più alti ma non oltre 3.017€ si riconoscerà soltanto il 90%, mentre per la parte superiore la percentuale si riduce al 75%.
Con la prossima normativa si dovrebbe prevedere anche il taglio Irpef, potendo godere di un importo più elevato.
