La storia di Pia Caroselli, la contessa che uccise l’amante Carlo Sacchi nel Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio, sul lago di Como nel 1948 nel corso di una serata mondana, è tornata in auge in queste ore grazie a un servizio dedicato all’argomento da “Il Corriere della Sera”. Per quale ragione si giunse a tale assassinio? Un quesito su cui si interrogano anche i colleghi della testata, che rilevano come il male che affliggesse la donna fosse l’amore. Infatti, la giovane Pia, da ragazzina, era introversa e molto sensibile e cercava un sentimento travolgente, che potesse creare una bolla all’interno della quale farla vivere.
Quell’amore che, si legge nella testimonianza del “Corriere”, “non vedeva nei rigidi severi genitori, che ne sorvegliavano l’incipiente esclamativa bellezza, il collo lungo e le gambe raffinate, gli occhi di un meraviglioso inquietante blu sotto la cascata di capelli neri“. L’amore che “non riconosceva nei numerosi corteggiatori, respinti con naturale freddezza condivisa dalla madre, nessuno all’altezza, nessun uragano. Fino al conte, tanto più grande di lei, tanto ricco e tanto sicuro di sé, ma niente amore, e quindi il vuoto, e quindi la nostalgia di quello che non aveva avuto ma di cui sentiva la mancanza. L’amore che le due figlie non potevano dare”. Finché giunse Carlo.
PIA CAROSELLI, LA CONTESSA IN PELLICCIA CHE UCCISE L’AMANTE CARLO SACCHI
Per Pia Caroselli, Carlo aveva il fascino dell’avventuriero, un sorriso abbagliante. Era quell’uragano che per lungo tempo lei aveva inseguito. Fu lui a regalarle il senso e la dimensione esatta di quello che per tutta la vita aveva cercato. “Carlo era l’incerto, l’instabile, lo sfuggente – scrive ‘Il Corriere della Sera’ –. Il contrario del conte, il contrario dei genitori, il contrario dell’intero universo che l’accarezzava e la vezzeggiava”.
Tuttavia, pare che Carlo offendesse la sua amante, che ne deridesse l’origine meridionale e sottolineasse con sarcasmo le “corna” del conte. Pia amava Carlo “di un amore bestiale, che non ammetteva distacchi e che assomigliava alla morte. Per cui, quando gli chiese un’ultima volta al ballo se fosse davvero finita e ricevette una fredda risata di assenso, Pia sparò”. E nacque così la storia della contessa in pelliccia e assassina.