A Piacenza un bimbo di 7 anni ha chiesto l'esonero dalla mensa scolastica per il Ramadan: secondo il padre la decisione di digiunare sarebbe autonoma
Si ripete quello che sta diventando uno scontro sempre più frequente e diffuso su tutto il territorio italiano in merito alla pratica islamica del Ramadan che – al pari della cattolica Quaresima, che poi si è aggiornata rispetto a precetti più moderni di quelli medievali – oggi punta i riflettori su Piacenza e (soprattutto) sulla scuola Quarto Circolo: proprio qui secondo il quotidiano locale Liberà negli ultimi giorni i genitori di un bimbo di 7 anni hanno chiesto a suo nome l’esonero dalla mensa scolastica perché il figlio desidera osservare – al pari degli adulti – i precetti islamici del Ramadan osservando l’astensione totale da cibo e bevande.
Prima di arrivare alla questione di Piacenza, vale la pena ricordare che secondo i precetti islamici il digiuno deve essere osservato da tutti i fedeli (salvo impedimenti medici di qualsiasi tipo) che hanno raggiunto l’età puberale: sarebbero – dunque – formalmente esclusi i bambini, che dal conto loro possono sempre scegliere liberamente di cercare di partecipare al digiuno; sempre fermo restando che si possono anche mettere in campo soluzioni alternative come l’astensione da alcuni alimenti in modo da educarli – sembra su richiesta dei piccoli – alla complessa pratica.
La preside della scuola di Piacenza: “È stato il bimbo a decidere di digiunare per il Ramadan”
Una volta ricevuta la richiesta da parte dei genitori, la preside della scuola di Piacenza – Simona Favari – ha spiegato al quotidiano Libertà di averli direttamente convocati per un confronto sull’argomento e a quel punto il padre avrebbe spiegato che “non è un’imposizione [e] che il figlio ha scelto autonomamente“, limitandosi – anche per via del poco potere decisionale che ha sulle questioni familiari – a suggerire loro “magari in accordo con il pediatra un’astensione limitata“.
Sull’argomento – però – nel frattempo era già arrivata la dura reazione della Lega nella persona del capogruppo bolognese Matteo di Benedetto che ritiene che il bimbo di Piacenza sia “costretto a digiunare” per soddisfare il volere dei genitori, sottolineando che dal suo punto di vista sarebbe impossibile “credere che un bambino così piccolo decida da solo di privarsi del cibo”; attaccando la “radicalizzazione islamica [che] avanza nell’indifferenza generale, minando la legge e i valori del nostro Paese”.
