Lezioni comuniste, Diario di Anna Frank e stuolo di “tormentone” sullo stato “cattivo” e a forte rischio “fascismo” nel censurare una povera maestra che insegnava la Shoah. Ecco il giorno dopo, grazie all’ottimo intervento di Rosalba Reggio nel “Fact Checking” sul Sole 24 ore, possiamo dire con buona pace che si trattava in gran parte di una fake news quella giunta ieri da Catania: analizzando le carte della documentazione integrale dell’azione disciplinare contro la docente (sospesa per 2 giorni dal dirigente scolastico e non dal Ministero, ndr), la Reggio scrive «In questo lungo carteggio, l’unica traccia di un accusa di plagio si trova nel verbale di audizione n.2, redatto l’11 febbraio, che riporta la dichiarazione spontanea della mamma del bambino oggetto della presunta violenza. Il racconto della mamma è una cronaca dei fatti, incentrata sulla presunta violenza verso il figlio. La sua testimonianza, però, si conclude con un’accusa di plagio». In quell’accusa la mamma parla di “nozioni comuniste” avvicinate ai bambini ma senza far cenno al Diario di Anna Franck che invece viene citato in un altro punto, nel merito di uno scontro tra la maestra e la dirigente scolastica (che contestava l’opportunità di somministrare con pazienza e moderazione fatti importanti e crudi come la Shoah). Ma la cosa più importante è che nel documento di sospensione deciso dalla dirigente scolastica, «non è presente alcuna contestazione di plagio, mentre viene considerato «sufficientemente provato lo “scappellotto” dato al bambino»: insomma, come ben conclude il Fact Checking, la sospensione avviene per lo schiaffo e non per il Diario. Con buona pace dei social e dei “bevitori” di fake news pronti a schierarsi col “pensiero unico”..
MAESTRA SOSPESA: NUOVO CASO A CATANIA
Un nuovo caso sul delicato (e iper mediaticizzato) tema del fascismo a scuola scuote la cronaca nostrana: la candidata Pd alle Europee Mila Specola in un video su Facebook ha denunciato il fatto avvenuto in una scuola elementare in provincia di Catania con la docente sospesa (dopo la denuncia di una madre) che ha personalmente contattato l’ex segretaria regionale del Partito Democratico per raccontarle la sua storia. «Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi, gli fa saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni comuniste», questa l’accusa formulata contro la maestra catanese (G.S.) per la quale è stata sospesa per 2 giorni dal servizio dopo tale denuncia. «Mi ha contattata – racconta la Specola – una collega di Catania per raccontarmi cosa le è successo. E’ stata sospesa per due giorni dalla sua dirigente scolastica perché ha letto in classe un brano del Diario di Anna Frank». Il “caso” vede dunque due diverse ed opposte versioni dei fatti che aumenta il senso di “mistero” nel merito di quanto avvenuto in quella classe terza elementare della provincia siciliana: dopo la bufera sul video delle leggi razziali paragonate al Decreto Sicurezza del Ministro Salvini (e conseguente sospensione della professoressa che non avrebbe vigilato, ndr), ecco un nuovo caos destinato a generare polemiche e critiche ancora sul tema “ideologie del passato”.
LA REPLICA DELLA PROF SOSPESA “HO SOLO LETTO ANNA FRANK”
Come spiega l’avvocato della maestra – Dario Fina – contattato da Repubblica, la docente è stata accusata di «maltrattamenti nei confronti di un bambino e di plagio politico. Questi presunti maltrattamenti non sono stati confermati né dalla compagna di banco dell’alunno che avrebbe subito uno scappellotto né dalle altre maestre che erano presenti in classe. Mentre il plagio si sarebbe concretizzato attraverso la lettura di alcuni brani del Diario di Anna Frank». Per questo motivo la maestra ha presentato ufficiale querela nei confronti della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Salvo Basso di Scordia (CT), Loredana Argentino: la dinamica dei fatti, sempre dalla versione della maestra, è stata raccontata del legale ai media «Tutto inizia nel mese di novembre quando la maestra inizia il percorso didattico che si concluderà il 27 gennaio, il Giorno della Memoria, con i suoi bambini di terza elementare. Dopo qualche lezione, una mamma scrive alla preside lamentandosi dell’argomento trattato. Ma appena la notizia dei presunti maltrattamenti viene fuori i genitori della classe si presentano a scuola con striscioni e cori a difesa dell’insegnante. La preside intanto ha avviato il procedimento e ad aprile scatta la sanzione che la docente ha già scontato».