Prosegue il processo a carico di Louis Dassilva per l'omicidio di Pierina Paganelli: negato il rito abbreviato, il senegalese rischia l'ergastolo
Prosegue il processo a carico di Louis Dassilva che lo vede come unico imputato – e, di fatto, anche unico indagato nel corso delle lunghissime indagini condotte dagli inquirenti – per l’omicidio di Pierina Paganelli che risale all’ottobre del 2023 e che fu compiuto nel vano garage del condominio in via del Ciclamino a Rimini in cui la 78enne viveva: un caso, appunto, che fin da subito si è incentrato sulla figura di Dassilva con il movente ipotizzato dalla Procura che parla della volontà dell’uomo di nascondere alla pensionata la sua relazione con Manuela Bianchi, (ex) moglie del figlio Giuliano Saponi.
Prima di arrivare ai primi esiti del processo – che resta comunque alle sue battute iniziali -, vale la pena soffermarci sulle poche parole rilasciate fuori dal tribunale dai soggetti “esterni” a questa vicenda: da un lato Valeria Bartolucci (moglie dell’indagato) che si è limitata a dirsi “tranquillissima” e a precisare che “vado avanti sempre a testa alta”; dall’altro quelle dei figli della vittima.
Chiara Saponi, infatti, ha spiegato che “per noi è chiaro che, seguendo gli atti, tutto porta a Louis Dassilva” e pur dicendosi impaurita dai processi perché “verranno fuori tutte le prove che hanno ottenuto gli inquirenti”, al contempo vuole fermamente sapere cosa sia successo quella notte; mentre interpellata sull’incidente capitato al fratello Giuliano, spiega – e l’altro fratello, Giacomo, concorda – che “anche se all’inizio pensavo che non ci fosse alcun collegamento” con il senegalese, “adesso penso che possa esserci”.
Cosa sappiamo delle prime fasi del processo Pierina Paganelli: Louis Dassilva rischi l’ergastolo
Tornando a noi, dalle primissime voci che emergono dall’aula in cui si sta svolgendo il processo a carico di Louis Dassilva, sembra che la difesa dell’uomo abbia indicato nell’elenco dei testimoni circa 150 nomi che potrebbero essere chiamati alla sbarra, in larga parte coincidenti con i 120 indicati dalla pubblica accusa: sulle ammissioni a processo deciderà il giudice e per conoscere le loro testimonianze serviranno altre settimane di attesa.
Tra i nomi, in particolare, spiccano quelli di Manuela Bianchi e del fratello Loris in un confronto faccia a faccia chiesto dai difensori di Dassilva alla presenza – addirittura – di un interprete per il senegalese; oltre ai nomi della stessa Valeria Bartolucci – ritenuta inattendibile dalla procura, ma de sempre convinta dell’innocenza del marito – e dell’intera famiglia Saponi.
D’altra parte, sappiamo anche che nelle prime fasi del processo la Corte ha respinto tutte e quattro le eccezioni presentate dai difensori di Dassilva tra la nullità dell’incidente probatorio di Manuela, quella del decreto di rinvio a giudizio, quella delle aggravanti e quella della tardiva autorizzazione alle intercettazioni; mentre ancora più importante è che al senegalese sia stato respinto il rito abbreviato: un punto che implica il fatto – ferma restando l’accusa di “omicidio volontario aggravato” – che l’uomo rischia l’ergastolo.