Ponte sullo Stretto, il "misunderstanding" tra USA e Italia sulle spese NATO: cosa ha detto l'ambasciatore Whitaker e la pronta replica del MIT di Salvini
LA “BOCCIATURA” DEL PONTE SULLO STRETTO COME POSSIBILE SPESA NATO: LA POSIZIONE DEGLI USA
Nelle settimane in cui i primi cantieri preliminari sono partiti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, da Washington arriva una (parziale) bocciatura circa la possibilità che alcuni costi relativi alla più grande opera infrastrutturale progettata in Europa possano rientrare all’interno dell’obiettivo del 5% del PIL per spese di difesa. Ne ha parlato ieri l’ambasciatore americano presso la NATO, Matthew Whitaker, sottolineando come non vi dovranno essere spese “relative” dei vari Paesi UE in merito alla soglia del 5% accordata da tutti i membri NATO negli scorsi mesi.
Secondo quanto citato da Bloomberg, che ha intervistato direttamente l’ambasciatore, come altri Stati anche l’Italia viene messa in guarda circa i vincoli stretti dell’accordo: «non approviamo qualsiasi forma di contabilità creativa da parte degli alleati europei». La domanda diretta era arrivata propri sul Ponte sullo Stretto, approvato dal Governo Meloni e che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche si pensava di conteggiarlo come spesa militare in senso lato.

Secondo Whitaker invece, che riporta fedelmente la posizione della Casa Bianca, l’obiettivo del 5% NATO deve avere spese di difesa specifiche, senza deroghe o allargamento dei possibili utilizzi finali. Tradotto in poche parole, niente “contabilità creativa” né col Ponte né con altre spese che potrebbero rientrare nell’obiettivo e che invece dovrà essere utilizzato solo come specifica spesa militare di difesa o riarmo.
L’ambasciatore USA in NATO ha fatto sapere di avere ottime attività di monitoraggio e legami con i vari Paesi che dovrebbero assicurare una resa migliore dell’ultimo vertice fallimentare in Galles nel 2014: le minacce mondiali che arrivano da Est impongono una ferma garanzia di difesa di ogni Paese NATO e dunque, secondo Whitaker, nessuna deroga neanche con il Ponte sullo Stretto.
REPLICA IL MINISTERO DI SALVINI SPIEGANDO IL MISUNDERSTANDING DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
Quello però che ha sottolineato l’ambasciatore americano presso la NATO non è una risposta in merito ad una decisione del Governo italiano, ma semmai un chiarimento davanti alla possibile messa in pratica di tale ipotesi. Per comprenderci, il Ministero delle Infrastrutture guidato dal vicepremier Matteo Salvini non ha mai ufficializzato l’utilizzo di eventuali spese del Ponte sullo Stretto da fondi legati alle spese NATO, sebbene sia vero che è stato discusso nei mesi scorsi tra le varie ipotesi plausibili.

Il misunderstanding è dunque spiegato, con il MIT che è infatti intervenuto stamane con una breve nota dove ha smentito qualsiasi ricostruzione circa la scelta dell’Italia di far rientrare le spese del Ponte tra Sicilia e Calabria all’interno degli obiettivi pro-NATO. Se è infatti vero che in un documento di aprile 2025 il Governo sottolineava la presenza di basi dell’Alleanza in Sicilia con il ruolo del nuovo Ponte sullo Stretto che potrebbe dunque portare «importanza strategica per la sicurezza nazionale», è altrettanto vero che dopo il via libera della commissione CIPESS non è stato aggiunto alcuna norma sul fronte NATO.
Nella nota diffusa oggi dal Ministero si legge che il Ponte sullo Stretto è già stato integralmente finanziato «con risorse statali», e dunque non sono previsti «fondi destinati alla Difesa». Secondo il MIT di Matteo Salvini, l’utilizzo eventuale di risorse dell’Alleanza Atlantica non è al momento all’ordine del giorno, in quanto comunque «non rappresenta una necessità irrinunciabile». Anche senza inserire le spese all’interno degli obiettivi NATO, l’opera del Ponte «non è minimamente in discussione».
