Manifestanti pro-Pal di nuovo in piazza. Alla vigilia di un appuntamento elettorale, come da tre settimane di fila. È l’ “intifada” italiana di Landini
Per il terzo sabato di fila molte piazze italiane si sono riempite di proteste contro Israele e a sostegno della causa palestinese. Ma è stato anche, anzitutto, il terzo sabato consecutivo di vigilia elettorale “urlata” a dispetto del silenzio prescritto dalla legge.
Ieri si stavano apprestando i seggi per le regionali in Toscana, otto giorni fa per quelle in Calabria, due settimane fa in Valle d’Aosta e nelle Marche. Tutti i sabati di piazza hanno avuto lo stesso, predominante copione politico (e le stesse modalità talora violente). Sono stati animati da forze politiche, sindacali e sociali della sinistra, che hanno preso di mira il governo nazionale e i partiti della maggioranza, formalmente per il loro no al riconoscimento dello Stato palestinese.
Vi sono pochi dubbi che anche i cortei di ieri siano stati – almeno parzialmente – illegittimi rispetto a una normativa di prima legalità democratica come quella che regola il silenzio prima del voto. Per intero fuori legge era stato d’altronde dichiarato dal Garante indipendente lo sciopero generale selvaggio indetto dalla Cgil venerdì 3 ottobre, ultimo giorno di campagna in Calabria.

Il leader della Cgil – Maurizio Landini – ha già annunciato nuove proteste nazionali fra due sabati, il 25 ottobre. Vuole tenere viva l’“intifada” italiana – anche dopo l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza – assieme a una generalissima contestazione della politica finanziaria del governo (sintetizzata nella richiesta di una patrimoniale straordinaria da 26 miliardi).
Quattro sabati dopo cadrà una nuova vigilia elettorale: tripla, in regioni di peso come Veneto, Campania e Puglia. Sarà interessante vedere se il candidato leader del “campo largo” d’opposizione continuerà – a differenza di tutti i leader dell’arco parlamentare costituzionale – ad agitare illegittimamente le piazze di sabato. O se qualcuno comincerà a fargli notare il problema.
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