A La vita in diretta ci si è occupati del processo a Giampiero Gualandi, l'ex vigile accusato dell'omicidio della collega Sofia Stefani
Prosegue il processo ai danni di Giampiero Gualandi, l’ex comandante dei vigili di Anzola Emilia, in provincia di Bologna, accusato di aver ucciso la 33enne collega Sofia Stefani, con cui aveva una relazione extraconiugale. La versione sempre portata avanti dall’imputato è che quel colpo partito dalla pistola che uccise la vigilessa in caserma, sia partito accidentalmente, e bisognerà capire se i giudici crederanno o meno a questa versione.
Chi non ci crede sono i genitori di Sofia Stefani, a cominciare dalla mamma, ieri sentita dal talk di Rai Uno, La Vita in Diretta: “C’è una pistola carica su una scrivania – dice raccontando l’anomalia – e a me interessa questo. Mia figlia non c’è più – aggiunge mi manca lei, nostra figlia”.
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Anche il papà di Sofia, il signor Bruno Stefani, non crede alla versione di Gualandi: “E’ ovvio che a chi viene uccisa una figlia, pensa che sia una tragedia impossibile dimenticare, il desiderio può essere però che almeno venga fatta giustizia”.
Ha continuato: “Siamo partecipi di una vicenda tragica, come facciamo a renderci estranei – dice riferendosi alla loro presenza fissa in aula – è pesantissimo”. Sul fatto se abbiamo mai più sentito Stefano, il fidanzato di Sofia, il padre spiega: “Siamo sempre in buoni rapporti con Stefano, è molto colpito anche lui”. Quindi ha concluso: “La caserma era un luogo dove doveva stare al sicuro, la pistola non doveva essere carica e non doveva esserci l’intenzione di usarla da parte di un pubblico ufficiale”.

OMICIDIO SOFIA STEFANI, IL RACCONTO DI GUALANDI E IL COMMENTO DI BRUZZONE
Secondo quanto sostenuto da Giampiero Gualandi, stava pulendo la pistola quando è partito un colpo che ha colpito in testa la povera Sofia Stefani, uccidendola sul colpo. Lo stesso ex comandante ha poi raccontato che fra i due vi fosse una relazione extra coniugale ma anche una sorta di “contratto sess*ale”, per un gioco che evidentemente – sempre che sia andata così – si è concluso nel peggiore dei modi.
A questa tesi non crede però la criminologa Roberta Bruzzone, come sempre ospite fisso de La vita in Diretta, che ha spiegato: “Non c’è nulla che trova conferma in quello che dice quest’uomo, la vittima era assoggettata e manipolata e lui ha reagito in maniera aggressiva quando stava per emergere ciò che c’era fra di loro, lei si sarà un attimo ribellata, e avrebbe potuto travolgere quella che era la vita famigliare in chiaro di Gualandi (che aveva una moglie ndr)” E ancora: “Che lui indossi la maschera del soggetto totalmente travolto dalle bizzarre richieste sessuali di Sofia Stefani lo trovo un tentativo di alleggerire la sua posizione in maniera – uso un termine usabile in tv – discutibile, ma dentro di me la penso in altri termini”.
