Gli strumenti a disposizione di questa complessa e interessantissima serie tv creata da Joe Barton e prodotta da Adam Knopf per Sky Studios non promettevano bene: la solita macchina del tempo, l’ennesimo loop temporale, le conseguenze dell’effetto farfalla. Eppure Progetto Lazarus rivela – soprattutto nella seconda stagione, tutti gli episodi sono ora disponibile su Now – una trama di assoluto valore e merita la visione per diversi motivi. Primi fra tutti l’originalità con cui affronta tematiche di grande attualità, come la crescente disponibilità di tecnologia e l’assenza di un reale governo mondiale.
Progetto Lazarus è il nome di un programma segreto di protezione dell’umanità. Quando il mondo sta per precipitare nel precipizio dell’autodistruzione, o più precisamente, quando il mondo precipita senza possibilità di tornare indietro, come ad esempio in un conflitto nucleare, grazie a una macchina del tempo, l’evento viene azzerato e le persone vengono riportate indietro, fino al “check point”, che corrisponde al 1 luglio dell’anno precedente. Nessuno al risveglio se ne rende conto, e ai governi viene così offerta una seconda possibilità. In ogni caso, anche se si dovessero commettere gli stessi errori, la macchina può essere attivata di nuovo e il tempo risettato.
Ovviamente gli agenti che compongono la squadra di Lazarus sono coscienti di quello che fanno, cioè “salvare il mondo”, ma a differenza dei comuni mortali “ricordano” tutto quello che hanno vissuto prima di essere anche loro costretti a tornare al punto di partenza. Il lavoro è logorante, come si può immaginare, ma pieno di soddisfazioni. Fino a quando per qualcuno di loro non si pone la questione “etica” se la macchina può essere usata anche per ragioni diciamo così “personali”.
È quello che succede a George, il nostro protagonista, interpretato da Paapa Essiedu, che pur di riportare in vita Sarah, la sua giovane compagna morta in un banale incidente stradale, non esita a scatenare un conflitto mondiale pur di costringere i suoi superiori ad attivare il ritorno al check point. Mentre George viene scoperto e cacciato dalla squadra, le cose si complicano ulteriormente quando ci si rende conto che esiste e opera un’altra macchina del tempo e che qualcuno ha imprigionato la squadra di Lazarus in un loop temporale di tre settimane.
La seconda stagione è appunto dedicata alla ricerca di cos’è successo, risalendo a una vicenda di una decina di anni prima, quando in un centro di ricerca, dove un’equipe di scienziati era in procinto di sperimentare la macchina in questione, si è combattuta una battaglia senza esclusione di colpi per distruggere il laboratorio con tutte le sue informazioni. George, grazie alle sue doti innate, viene reintegrato nella squadra, ma anche Sarah – che ha saputo quanto fatto dal fidanzato per tenerla in vita – viene reclutata nel gruppo. I continui viaggi tra il presente e i giorni precedenti all’assalto al centro di ricerca saranno rivissuti più volte all’insegna di quello che comunemente è chiamato “effetto farfalla“, cioè quelle piccole variazioni che hanno il potere di cambiare radicalmente il corso della storia. Offrendo ogni volta nuovi elementi e provocando soluzioni davvero impreviste.
A cavallo tra un racconto di fantascienza e un thriller poliziesco, Progetto Lazarus ha il pregio di essere anche una profonda e a volte divertente commedia sentimentale sulla vita di oggi e su come in pochi anni siano cambiate molte cose. Così come appare evidente che il conflitto tra interesse generale e la natura umana non trova una soluzione ragionevole, neanche di fronte alla possibilità di rimediare ai propri errori.
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