La posizione di Comunione e Liberazione sul riarmo UE e la lettera di Prosperi sul “Corriere della Sera” in risposta alle critiche mosse da Antonio Polito
PROSPERI E LA POSIZIONE DI COMUNIONE E LIBERAZIONE SUL “RIARMO IN EUROPA”
Con un’importante presa di posizione sul tema più delicato e incerto del momento – le politiche di riarmo in Europa – il presidente di Comunione e Liberazione Davide Prosperi risponde oggi sul “Corriere della Sera” all’editoriale di Antonio Polito che lo scorso 27 marzo (sul medesimo quotidiano, ndr) polemizzava con la recente presa di posizione del movimento cattolico fondato da Don Luigi Giussani.
Dopo infatti una lettera a “La Repubblica” del 16 marzo scorso, è ora con questo nuovo scritto sul “CorSera” che Prosperi prova ad enunciare ulteriormente i motivi per cui il riarmo in Europa (e in generale dell’Occidente) non sia una risposta pienamente adeguata al vero e necessario desiderio di pace: la corsa agli armamenti incendia l’UE e la divide, rischiando di portare conseguenze nefaste, pur davanti alla necessaria e importante tematica della difesa europea che forse per troppi anni è stata sottovalutata dai vari vertici di Bruxelles.
Come spesso accade quando si sottostima un problema, la reazione accelerata e improvvisa sulle “soluzioni” rischia di partorire più problemi che altro: puntare al “ReArm Europe” (oggi ribattezzato “Readiness 2030”) ovvero predisporre il meccanismo che tutti i singoli Stati possano attivare un riarmo effettivo, «è contraddittorio rispetto alla prospettiva degasperiana di una difesa comune europea», scrive il presidente della Fraternità di CL. In un periodo storico dove il welfare europeo è in evidente difficoltà, puntare all’aumento di debito e deficit per riarmarsi rischia di rendere l’UE ancora meno coesa e con scenari di guerra che si aprono davanti.
IL BOTTA E RISPOSTA COL CORRIERE E LA PROSPETTIVA DI PACE (SEGUENDO PAPA FRANCESCO)
Secondo Davide Prosperi, la guerra e l’armamento non è l’unico scenario possibile nell’ottica di una giusta accelerazione nella difesa e sicurezza del Vecchio Continente: in maniera ancora più esplicita, il piano di riarmo UE «non appare una scelta adeguata» per trovare la pace, che invece è l’unica cosa che conta davvero e che ora giocoforza dovrebbe essere raggiunta «per altre vie». Così il n.1 di Comunione e Liberazione scrive nella lettera al “Corriere della Sera” rispondendo direttamente alle critiche mosse da Polito dopo la lettera a “Rep” dello stesso Prosperi.
Il giornalista ed editorialista sottolinea infatti come problematica la posizione assunta da CL nel respingere la difesa europea presentata dalla Commissione Von der Leyen, «si perde così l’eredità di De Gasperi» che invece lanciò dopo la Seconda Guerra Mondiale il primo trattato per la CED (Comunità di Difesa Europea). Secondo Polito, l’analisi di Prosperi (e di tanti altri osservatori in questi mesi convulsi) è fallace in quanto punta a rifiutare la difesa dell’Europa dato che la stessa UE oggi non è unita come si auguravano i padri fondatori, da De Gasperi a Schumann. Addirittura il giornalista del Corriere taccia di “neutralismo” chi, come il Presidente di CL, parla di una nuova futura Europa che somiglia più ad «un mini-ONU» che punta ad una «neutralità in un mondo di inermi».
Prosperi replica di non comprendere a fondo il perché si ponga l’accento così polemico su posizioni che sono le medesime richiamate da tempo da Papa Francesco, anche con l’ultima importante lettera (proprio al “Corriere della Sera”, tra l’altro) sul disarmo necessario per ottenere la pace. Il punto non è affatto il neutralismo, chiarisce il responsabile successore di Don Carrón alla guida del movimento: «l’Europa è il frutto di una pluralità di apporti» economici, culturali, sociali e religiosi, e potrebbe puntare a risolvere contese complicate «anche senza considerare la guerra come unico scenario possibile».
Secondo Prosperi, l’analisi di Polito mira a considerare molto poco “realista” la posizione di Papa Francesco e della Chiesa, a cui si ispira la stessa Comunione e Liberazione: mentre invece, conclude il Presidente della Fraternità, «Noi crediamo invece che, se interessa davvero la pace, sia quella la via da percorrere», ovvero di non puntare necessariamente sul “riarmo” – come spinge invece la Germania, tanto da cambiare la propria Costituzione (con un Parlamento delegittimato dalle ultime Elezioni, ndr) aprendo alla spesa per la difesa extra-deficit – e soffermarsi invece sulla via indicata dal Papa tra diplomazia, riflessione e pacatezza.
