Spunta la cosiddetta “tassa covid” ai danni delle aziende italiane, un salasso da ben 2.5 miliardi di euro sulle spalle delle imprese, e che servirebbe a coprire la quarantena obbligatoria dei propri dipendenti. Ne ha parlato nella giornata di ieri il Giornale, secondo cui tutte le spese sostenute da un’azienda negli scorsi mesi, ogni qualvolta un lavoratore entrato in contatto con un positivo al covid, veniva messo in quarantena, non troveranno rimborso da parte dello stato. L’Inps aveva di fatto anticipato la vicenda la scorsa estate, visto che il governo Draghi non era riuscito a trovare i fondi per coprire la falla, di conseguenza non verrà più elargita l’indennità per tutti i lavoratori che da agosto in poi sono stati costretti alla quarantena, senza lavorare.
A far preoccupare le aziende è in particolare il fatto che, come sottolineato da Il Giornale, la tassa covid sarebbe retroattiva, ovvero, a partire dai 7 mesi precedenti agosto 2021 (quindi da gennaio di quest’anno), e ciò permetterebbe allo Stato di recuperare i 2.5 miliardi di euro di cui sopra “succhiandoli alle imprese – scrive il quotidiano diretto da Minzolini – che si sono viste costrette a ricorrere alla quarantena preventiva per alcuni dipendenti”. In poche parole, ribadisce ancora Il Giornale, il decreto Cura Italia 2020, che equiparava la quarantena e la malattia, con lo stato che si doveva quindi accollare le spese dei lavoratori: “è diventato una farsa”.
TASSA COVID SULLE IMPRESE PER LA QUARANTENA OBBLIGATORIA DEI DIPENDENTI: I DETTAGLI
Italia Oggi, a riguardo, spiega nel dettaglio che i costi dell’assenza del lavoratore per i primi 3 giorni sono interamente a carico dell’azienda, poi si dividono al 50 per cento fra l’Inps e il datore di lavoro fino a che il dipendente non torna al suo impiego. Il problema è che la metà spettante all’istituto di previdenza sociale va in ogni caso anticipata dall’azienda, e ciò riporta ancora una volta ai 2.5 miliardi di euro già sopra citati, circa pari al 60 per cento della spesa totale quantificata in 4 miliardi e 232 milioni di euro.
“Per le imprese – conclude Il Giornale – 2 anni di Covid significano 2,5 miliardi di euro di perdite non preventivate, ovvero quel denaro che avrebbero dovuto recuperare dallo Stato per le quarantene ma che non vedranno mai tornare indietro”.