Terza, quarta, quinta ondata: le definizioni usate dai mass media e da infettivologi vari girano a ruota libera, lasciando la gente nella confusione e nella paura. È un dato di fatto che il numero dei contagi sta aumentando: nell’ultima settimana incidenza e Rt sono passati rispettivamente da 41 e 1,26 a 58 e 1,57. Sono i paramenti che insieme ai nuovi valori varati dal governo sulla percentuale di saturazione delle aree mediche e delle terapie intensive fanno sì che venga determinato il cambio di fascia delle regioni.
Secondo il rapporto Gimbe i nuovi casi di contagio sarebbero aumentati del 65% mentre i decessi sono oltre quota 100, i letti in terapia intensiva sono aumentati del 15%. “Parlare di ondate è una semplificazione che alcuni spiriti semplici fanno ma scientificamente è irrilevante” ci ha detto il professor Massimo Clementi, professore ordinario di Microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e primario, presso la stessa struttura, del laboratorio di microbiologia e virologia. “Siamo dentro una pandemia, il virus è sempre qui, non è mai andato via, semplicemente si può battere e lo stiamo facendo grazie alla vaccinazione di massa”.
Professore è cominciata la quarta ondata del Covid? Ma poi la terza era finita? Stiamo perdendo il conto, ci dica qualcosa.
Vorrei che non si usasse questa terminologia, dire ondate non mi piace perché è un linguaggio terra-terra, non scientifico. Al di là di terza, quarta, quinta ondata c’è da seguire l’andamento dei contagi.
Contagi che effettivamente da qualche tempo stanno aumentando.
Sì, è vero, ma come ci siamo già detti in precedenza questo virus non scomparirà, diventerà endemico. Per cui non ha senso dire è finita un’ondata, adesso ne comincia un’altra. Dire così è del tutto irrilevante. È una semplificazione che alcuni spiriti semplici fanno ma scientificamente non ha senso.
Ci spieghi meglio perché.
Perché questo virus ha questo modo di infettare, lo sappiamo da tempo, circola se trova ambienti dove passare da una persona all’altra e ambienti non protetti da sistemi di sicurezza.
Lei già alla fine di giugno in una intervista diceva che la battaglia contro il Covid era già stata vinta…
Lo dicevo nel senso che sappiamo cosa fare per vincerla.
Vaccinarsi?
Certo, non c’è altro da fare.
Un virus però destinato a rimanere, a diventare o endemico. Giusto?
Certo, però se ritirassimo la cavalleria commetteremmo uno sbaglio e perderemmo invece di vincere; dobbiamo continuare a vaccinare.
Il calo dei contagi in Gran Bretagna lo dimostra.
Esatto. Il termine ondata lo trovo improprio, è una cosa semplicistica. Fino a che lo usa uno che non è dentro a queste cose può andare bene per spiegare l’evento, ma non è così. Il Covid come tutti i virus è un fenomeno ciclico che si ripete perché è il modo di infettare che ha questo virus.
Resta il fatto che i più contagiati in queste ultime settimane sono i giovani tra i 20 e i 30 anni.
Assolutamente sì, gli altri sono già molto immunizzati e i giovani socializzano di più, sono più esposti. Fortunatamente si ammalano in forma meno grave.
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