Quirico: “Kalashnikov discrimine tra vita e morte”/ “A 5 anni imparano a usarlo”

- Josephine Carinci

Quirico, nel suo nuovo libro, parla del kalashnikov, di quale significato abbia nella cultura attuale e di come sia come il suo uso si sia diffuso

Quirico kalashnikov Quirico kalashnikov

Il Kalashnikov ha cambiato il mondo e il modo di fare la guerra. Nel uso ultimo libro, “Kalashnikov: dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele”, Domenico Quirico, giornalista, ne parla così a Tv2000: “Questo non è un libro su un’arma ma su un’invenzione diabolica che ha reso economico l’uccidere. Un Kalashnikov si compra su un mercato africano con 50-60 dollari e i proiettili costano 0.25 centesimi. È alla portata di tutti. L’Unione Sovietica non lo ha mai brevettato quindi viene prodotto da tutti, anche dall’Ucraina. In Africa si stima che ce ne siano almeno 100 miliardi”.

A detta del giornalista “ci sono Kalashnikov degli anni ’50 che ancora funzionano. Allora, uccidere è diventato qualcosa di estremamente a basso costo, che si può acquistare con estrema facilità. È sintomo dei tempi in cui viviamo. Mentre noi abbiamo abolito la guerra, pensando che sia una cosa relativa alle popolazioni primitive, non sappiamo che la maggior parte delle guerre di oggi sono proprio frutto di questo strumento”.

Quirico: “Il kalashnikov è la modernità”

Domenico Quirico è stato prigioniero per 152 giorni in Siria. A Tv2000, racconta: “La guerra continua, magari in termini meno raccontati del periodo tra il 2011 e il 2016. In Libano infuriano battaglie. Purtroppo non ce ne occupiamo più, pensiamo che tutti sia risolto con la fine del Califfato. In realtà il Califfato controlla zone marginali del Paese: quell’arma lì è l’arma di quelle formazioni. Il problema non è l’arma in sé. È che il possedere quell’oggetto è il discrimine tra avere qualche possibilità di sopravvivere e non averla affatto. La distinzione tra uomo e non uomo nasce dall’avere in mano quell’affare di tre chili. Se ce l’hai, nel terzo millennio, sei un essere umano, nel senso che hai la possibilità ragionevole di vivere fino al giorno dopo. Se non ce l’hai, sei niente”.

Il Kalashnikov “è la modernità per due terzi del mondo. Non è il computer, non è l’energia elettrica. È avere quella cosa in mano, imparare a 4-5 anni a montarlo e smontarlo, ad accarezzarlo. Conosco dei bambini, in questo mondo che noi non conosciamo, che si bendano e lo montano e lo rimontano bendati. Questa è la semplicità. Nel 2024 con quella cosa puoi uccidere. Se puoi uccidere sei un essere umano, se non puoi uccidere sei una formica”. Parlando della guerra in Ucraina, Quirico sottolinea: “Ci sono un sacco di numeri, di missili, droni, carri armati, ma non si sente il numero dei morti. Non dei civili, ma dei soldati. Quanti soldati delle due parti sono morti tra le due parti? Nel momento in cui nelle guerre i morti non si contano più, diventano un elemento secondario, vuol dire che si è passata una foglia in cui c’è la disumanizzazione. L’essere umano non è neanche più numero, come nella seconda guerra mondiale”.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultime notizie di Programmi tv

Ultime notizie