Le classifiche, su un argomento delicato e personale come la musica, hanno un valore decisamente relativo. Avrebbero un qualche senso se fossero fatte con un voto popolare, cioè degli ascoltatori, ma quando come in questo caso vengono scelti 250 “critici” e “esperti del settore” il valore di detta classifica è decisamente di pochissimo conto. E’ il caso della classifica che da più di vent’anni la (una volta) autorevole rivista americana Rolling Stone ha deciso di fare, quella delle più belle canzoni di ogni tempo. Un compito arduo, quasi impossibile, ne vengono infatti catalogate ben 500.
Da vent’anni comunque il primo posto se lo aggiudicava Like a rolling stone, la canzone di Bob Dylan uscita nel 1965 che ebbe il significato di cambiare il corso stesso della musica rock, per la sua capacità di unire a un ritmo irresistibile anche liriche pregne di significato. Tutti, Beatles compresi, capirono che era ora di cambiare, che non bastava più comporre brani con versi quali “yeah yeah yeah” o “io ti amo tu mi ami”. I tempi erano cambiati.
Ma quest’anno per la prima volta Like a rolling stone viene scalzata al quarto posto: la canzone più bella di tutti i tempi diventa Respect della leggendaria e scomparsa Aretha Franklin. L’ultima edizione della classica risaliva al 2004 e ai primi tre posti c’erano appunto Dylan, seguito da John Lennon con Imagine e i Rolling Stones con Satisfaction. Niente di più classico, ma realistico: impossibile trovare tre canzoni più belle e ricche di risonanza popolare.
RESPECT DI ARETHA FRANKLIN CANZONE PIU’ BELLA DI SEMPRE: UN PODIO TUTTO INEDITO
Oggi al primo posto c’è Aretha Franklin seguita dal gruppo rap dei Public Enemy con Fight the power del 1989 e da Sam Cooke con A change is gonna come. Dylan finisce al quarto posto mentre Imagine scende addirittura al 19esimo e Satisfaction al 31esimo. Con tutto il rispetto per la regina del soul, che merita certamente un posto così alto, ha inciso brani migliori, ma essendo il pezzo, pubblicato originariamente nel 1967, una forte presa di posizione nei confronti dei diritti delle donne, allora praticamente inesistenti, oggi sembra una scelta maggiormente dettata dal clima politico e da movimenti come #metoo che lottano in modo vistoso e forse esagerato sempre per i diritti delle donne, diritti in gran parte ormai acquisiti. Anche Fight the power, un brano apertamente contro la polizia americana, sembra aver trovato posto dopo gli scontri razziali e episodi quale l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da un poliziotto. Ma non importa, ognuno ha comunque le sue canzoni preferite.