È ancora scontro sul piano per il riarmo UE: dopo il si dalla Commissione Regi che aggira il Parlamento, Metsola promette di fare ricorso
Il piano per il riarmo UE va avanti e sembra procedere anche su di una strada resa del tutto blindata dalla Commissione europea che solamente ieri – tra non poche critiche, ma ci arriveremo – ha deciso di approvare il testo fortemente voluto da Ursula von der Leyen che permette di dirottare i Fondi di Coesione sugli investimenti in Difesa: una questione piuttosto delicata perché tra destre e sinistre l’argomento aveva trovato una netta spaccatura di opinioni, fermo restando comunque che stando ai meri calcoli politici la maggioranza von der Leyen avrebbe avuto tutte le carte in regola per far passare il testo sul riarmo UE.
Aspetto – quest’ultimo – da non trascurare, perché nonostante i numeri non dovrebbero essere un problema, ieri la Commissione Regi (che si occupa degli Affari Regionali) ha deciso di procedere appellandosi all’articolo 122 del Trattato UE per approvare il testo sul riarmo UE: si tratta di una sorta di clausola di urgenza che permette di aggirare il normale iter democratico di discussione delle leggi per approvarle nel minor tempo possibile; con il risultato che a fronte di 22 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti, la riforma potrà essere affrontata con urgenza aggirando completamente il Parlamento.
Riarmo UE, la Corte dei Conti frena: “Mancano le valutazioni d’impatto economico e sociale”
Naturalmente la mossa della Commissione Regi non è passata inosservata ed oltre alle ovvie critiche da una certa ala politica che voleva – quanto meno – discutere sull’uso dei Fondi di coesione per il riarmo UE proponendo eventuali mozioni, sono arrivati anche due commenti di altissimo livello che sembrano poter far vacillare completamente gli equilibri di potere e l’approvazione del testo: la prima ad esprimersi – infatti – è stata la Corte dei Conti europea.
In un parare pubblicato nelle ultime ore, la Corte rileva che le attuali proposte sull’uso dei Fondi di coesione per il riarmo UE (ignorando la questione dell’iter accelerato, che non è di sua competenza) potrebbe “ampliare” l’attuale “contesto complesso e talvolta frammentato” della politica di coesione, distogliendo – peraltro – fondi alla “sua missione principale di ridurre le disparità regionali“: dietro all’intera proposta – infatti – secondo la Corte non ci sarebbe alcuna “valutazione d’impatto economico, ambientale o sociale” e il rischio è che i problemi emergano solamente quando sarà troppo tardi per fare un passo indietro.
Metsola scrive a von der Leyen e Costa: “Sul riarmo UE siamo pronti allo scontro legale se non viene rispettato l’iter”
Oltre al parere della Corte dei Conti, ancor più grave potrebbe essere il mini scontro che si è aperto – in questo largamente incentro sulla decisione di procedere con urgenza per l’uso dei Fondi di Coesione per il riarmo UE – tra la Presidente del Parlamento Roberta Metsola e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen: la prima, infatti, ieri ha inviato una lettera alla collega e ad Antonio Costa (Presidente del Consiglio UE) minacciando una vera e propria guerra legale.
Metsola da subito ci ha tenuto a chiarire nella lettera che non è sua intenzione mettere “in discussione i meriti della proposta” sul riarmo UE, dicendosi piuttosto “fortemente preoccupata” dell’approvazione “senza la base giuridica e la procedura legislativa adeguate“: una mossa che a suo avviso mette “a rischio la legittimità democratica” del testo dato che mancherebbe il dovuto contraddittorio tra “i co-legislatori”, con l’avvertimento che se il Consiglio dovesse procedere secondo l’articolo 122 sarà pronta ad appellarsi “all’articolo 155” relativo al ricorso alla Corte di giustizia.