Von der Leyen presenta piano di riarmo per l'UE da 800 miliardi di euro in 5 punti: cosa prevede tra Patto di Stabilità, BEI, prestiti e riconversione auto

L’EUROPA ALLE ARMI (MA SENZA ANCORA UNA LINEA DI COMANDO): L’ANNUNCIO DI VON DER LEYEN SUL PIANO PER IL RIARMO E LA DIFESA COMUNE

Un piano da 800 miliardi di euro complessivo, una difesa comune e la possibilità di spesa fuori dai cordoni del Patto di Stabilità: ecco il “riarmo” voluto fortemente dalla Commissione Europea per i prossimi anni, definiti nel piano “ReArm Europe” lanciato questa mattina e ufficialmente disponibile dal prossimo 6 marzo quando sarà discusso in sede di Consiglio Europeo.



La Presidente Ue Ursula Von der Leyen, dopo averne accennato domenica nel vertice di Londra sulla sicurezza europea – e nel pieno dello scontro a distanza fra Trump e Bruxelles sul sostegno all’Ucraina – ha tenuto una conferenza stampa martedì mattina per delineare i punti salienti del piano sul riarmo contro le minacce esterne all’Unione Europea. «Dobbiamo difenderci», annuncia la leader tedesca che da anni in realtà veniva invitata da diversi Paesi Ue a prendere posizione in tal senso, anche prima dell’invasione russa in Ucraina: «sono tempi pericolosi» e con conseguenze disastrose se le minacce giunte contro l’Europa «dovessero realmente realizzarsi».



Il punto chiave, riflette ancora Von der Leyen, è che la sicurezza dell’Europa è in pericolo e lo sarebbe ancora di più se l’Unione Europea non prendesse sul serio il grado di minacce, anche non solo da Mosca: «il punto è se se l’Europa è pronta e in grado di agire con la rapidità e l’ambizione necessarie». Da Parigi a Londra, oltre ai vari Consigli Europei, le ultime riunioni tra i vari leader Ue hanno messo sul tavolo le esigenze comuni di una difesa a lungo termine che possa l’Europa manifestare in quanto continente, aiutando sì Kiev ma ipotizzando già un percorso comune futuro di riarmo come deterrenza contro le varie minacce che dovessero aggiungersi.



Von der Leyen parla espressamente dell’era del “riarmo”, mettendo assieme le minacce belliche, gli attacchi terroristici e in qualche modo anche le tematiche sulla sicurezza che inevitabilmente prendono spunto anche dalla condizione problematica dell’immigrazione clandestina e irregolare. I fondi stanziati sono appunto per 800 miliardi complessivi per una difesa comune «resiliente e sicura», lavorando con i vari partner della NATO ma ipotizzando un dispositivo comunitario che per la prima volta dalla nascita dell’Alleanza Atlantica pone in essere uno smarrimento dell’Europa dalla rete di alleanze difensive in Occidente.

COSA PREVEDE IL REARM EUROPE DELLA COMMISSIONE: UNA “RISPOSTA” AL CAOS TRUMP

Sono per il momento 5 i punti chiave messi in evidenza dalla Presidente Von der Leyen nel piano di riarmo messo in campo per il futuro dell’Europa, nelle stesse ore in cui lo scontro Trump-Zelensky produceva la sospensione di aiuti militari dagli Stati Uniti verso l’Ucraina: la mossa di Von der Leyen, che dai vari partner Ue viene ritenuta necessaria (e per certi versi anche tardiva), deve ancora trovare una messa a terra dettagliata. Nel frattempo quello che sappiamo è quanto annunciato dalla leader della Commissione Europea oggi in conferenza stampa, con maggiori dettagli che invece saranno resi noti dopo la presentazione in Consiglio Ue il prossimo 6 marzo.

Il ReArm Europe parte innanzitutto dal consentire finanziamenti pubblici per la difesa da svolgersi a livello nazionale: la proposta di Bruxelles è di attivare una sorta di clausola di salvaguardia che ogni Stato può richiedere per derogare dal Patto di Stabilità, aumentando così le spese per la difesa interna fino ad un massimo di spazio fiscale da 650 miliardi di euro in 4 anni. Il secondo punto del piano Von der Leyen sul riarmo prevede un prestito da 150 miliardi di euro che possono essere dirottati verso i vari Stati membri per ulteriori investimenti nel campo della difesa nazionale, dai missili all’artiglieria fino a droni e altre esigenze tecnologico-militari.

In terzo luogo vi sarà un particolare utilizzo del bilancio UE per allargare i cordoni sugli investimenti “globali” di difesa: Von der Leyen parla di nuovi incentivi sbloccati per favore i programmi di spesa militare e difensiva. Per quanto riguarda infine il quarto e il quinto punto del ReArm Europe, la Commissione Europea prevede la mobilitazione del capitalo privato e della BEI (la Banca per gli Investimenti in Europa).

ARMI AL POSTO DI AUTO: L’IDEA (NON SENZA POLEMICHE) DI VON DER LEYEN

Potrebbe non essere un “caso” che nelle stesse ore in cui la Commissione Von der Leyen lancia la nuova maxi sfida del riarmo europeo, sempre Bruxelles compie un primo ma importante passo indietro sui limiti pro-green nel settore automotive. Serve impedire che la crescita economica europea venga azzoppata da regole interne: nonostante i tempi del tutto tardivi, l’idea di congelare le multe alle aziende dell’automotive può anche significare un tentato “incentivo” ad aprire altri fronti di produzione a livello comunitario.

Una delle proposte messe in campo da Von der Leyen è quella di aumentare la produzione di armi anche usando una sorta di riconversione industriale di tutte le aziende che sul fronte auto sono da mesi “appiedati” dalla stringenti regole del Green New Deal. Armi e aerospazio potrebbero essere il “futuro” della produzione Ue nei prossimi anni, con lo spazio fiscale ed economico permesso dalle norme del ReArm Europe e con la riconversione appunto di imprese da tempo dismesse o semi-dismesse per la produzione di auto e componentistica. La Germania è già da tempo capofila del progetto (informano le fonti di “Milano Finanza”) ma anche dall’Italia aziende come Leonardo potrebbero ipotizzare un piano industriale a lungo termine per la produzione di armi e veicoli militari.