Riforma pensioni 2025, la previdenza complementare avrebbe vantaggi più consistenti per i lavoratori autonomi
RIFORMA PENSIONI, LE SIMULAZIONI DELLA RGS
L’importanza della previdenza complementare è stata ribadita anche da alcune simulazioni compiute dalla Ragioneria generale dello Stato, secondo cui destinandovi il Tfr (anche solo il 50% dopo il 2018), i dipendenti privati possono riuscire ad avere una pensione di importo pari al 76,5% dell’ultima retribuzione contro il 66,3% che gli verrebbe garantito dalla sola pensione pubblica. Per i lavoratori autonomi il vantaggio sarebbe ancora più alto, dato che l’importo dell’assegno sarebbe pari all’8,5% della retribuzione, contro il 67,7% dato dalla sola pensione pubblica. Sarà, quindi, sempre più importante cercare di aumentare la consapevolezza dei lavoratori circa l’importanza della pensione integrativa.
L’UE PRONTA A RIPENSARE I PEPP
Anche per questo Talents in Motion e Arca Fondi hanno dato vita un anno fa al progetto Previverso per aumentare la consapevolezza previdenziale specie tra i giovani, che sono i soggetti più interessati dagli effetti dell’entrata a regime del sistema contributivo, principale “responsabile” del decremento dell’importo delle pensioni rispetto all’ultima retribuzione. Intanto, sempre a proposito di previdenza complementare, l’Ue sta studiando una modifica dei Pepp, i Piani pensionistici pan europei nati per cercare di consentire ai lavoratori che si trasferiscono in diversi Paesi membri di poter avere un solo fondo pensione. Infatti, come segnala Affari & Finanza, inserto di Repubblica, finora ne sono stati attivati solo una dozzina.
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