Riforma pensioni 2025, non sempre il riscatto della laurea poi portare i benefici sperati per avvicinare la quiescenza
RIFORMA PENSIONI, LE SIMULAZIONI SUL RISCATTO DELLA LAUREA
Non è detto che il riscatto della laurea ai fini pensionistici possa essere utile per anticipare il traguardo della quiescenza. Lo ha ricordato Andrea Carbone, ideatore di Smileconomy, in un articolo pubblicato su L’Economia, inserto settimanale del Corriere della Sera. Da alcune simulazioni compiute, infatti, a fare la differenza sono l’età in cui ci si è laureati e quella in cui si è iniziato a lavorare versando contributi previdenziali. In particolare, chi fosse riuscito a cominciare a lavorare presto, intorno ai 24 anni, vi sarebbe un vantaggio nel riscatto della laurea, che si andrebbe ad assottigliare fino a scomparire nel caso l’inizio dei versamenti contributivi fosse avvenuto intorno ai 30 anni.
L’INDAGINE DELLA CNA
A quel punto, infatti, il riscatto non darebbe vantaggi. È bene, quindi, effettuare quanto meno delle simulazioni o farsi assistere da esperti previdenziali per valutare l’effettiva convenienza di un’operazione, il riscatto della laurea, che ha comunque un costo. Intanto Cna Pensionati Bologna, attraverso un’indagine condotta non solo tra i suoi iscritti, ha evidenziato che spesso imprenditori e liberi professionisti continuano a lavorare, nonostante abbiano raggiunto la pensione, perché non saprebbero a chi lasciare le redini della loro azienda. C’è, dunque, un problema di passaggio generazionale delle imprese da non trascurare e che può condizionare le scelte di imprenditori e professionisti.
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