Riforma pensioni 2025, la stima dell’Osservatorio italian welfare sulla perdita chi subisce chi non aderisce a un fondo integrativo
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI BRAMBILLA
In un recente articolo pubblicato su L’Economia, inserto settimanale del Corriere della Sera, Alberto Brambilla ha criticato la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha giudicato legittimo il blocco parziale delle indicizzazioni attuato dal Governo Meloni nel 2023 e 2024, evidenziando che tra le altre cose la Consulta si è scordata che parte delle pensioni è calcolata con il metodo contributivo e che quindi non potrebbe essere rivalutata meno del 100% rispetto all’inflazione. Per il Presidente di Itinerari Previdenziali sono stati commessi degli errori tecnici ed etici che minano la fiducia nella certezza del diritto. Quella di Brambilla non è stata l’unica critica alla sentenza della Corte Costituzionale.
RIFORMA PENSIONI 2025, LA STIMA DELL’OSSERVATORIO ITALIAN WELFARE
Il Sole 24 Ore ricorda intanto che la Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha confermato che la preventiva fruizione della Naspi non rappresenta un requisito obbligatorio per poter accedere all’Ape sociale se non si è in possesso dei requisiti per beneficiare dell’indennità di disoccupazione. Il quotidiano di Confindustria riporta anche un dato interessante dell’Osservatorio italian welfare, secondo cui scegliere di non aderire a un fondo pensione o farlo solo trasferendovi il Tfr può comportare una perdita, considerando il mancato contributo aggiuntivo a carico dell’azienda e i relativi rendimenti, di una cifra compresa tra i 34.000 e i 54.000 euro nell’arco di 30 anni, a seconda della retribuzione percepita.
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