Riforma pensioni 2025, il Governo potrebbe decidere di non prorogare Quota 103. Le parole di Claudio Durigon

RIFORMA PENSIONI 2025, L’IPOTESI SU QUOTA 103

Le considerazioni del Fondo monetario internazionale contenute nel Rapporto stilato a fine missione nel nostro Paese potrebbero non restare inosservate, in particolare per quel che riguarda la spesa pensionistica. Come segnala Il Sole 24 Ore, infatti, le pensioni anticipate, che il Fmi raccomanda al nostro Paese di limitare il più possibile, nei primi tre mesi dell’anno hanno riguardato il 48% di quelle complessivamente liquidate nel pubblico impiego, percentuale che scende al 32% nel settore privato. Numeri che non passano indifferenti, soprattutto nel caso del settore pubblico, visto che il dato un anno prima si attestava al 42%. Il tutto nonostante una stretta sugli anticipi di fatto attuata dal Governo.



RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI DURIGON

Per questo sembra che l’Esecutivo, anche per cercare di non avere indicazioni contrarie rispetto alla volontà di congelare l’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita previsto per il 2027, possa prendere in considerazione l’ipotesi di cancellare Quota 103 a partire dal 2026. Si tratta di un canale non molto utilizzato, anche perché prevede il ricalcolo contributivo dell’assegno. Il quotidiano di Confindustria riporta le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon secondo cui non sarebbe una cosa giusta prorogare Quota 103, ma occorrerebbe rafforzare altre forme di flessibilità pensionistica in uscita, come l’anticipo a 64 anni con un’anzianità contributiva di 25 anni.



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