Riforma pensioni 2025, il gender gap nel sistema previdenziale è figlio anche dei lavori di cura a carico delle donne
RIFORMA PENSIONI 2025, L’ANALISI DI MONEYFARM
Si parla spesso del gender gap presente nel sistema previdenziale e del lavoro di cura come una delle sue cause. Del resto il solo tempo speso per badare ai figli, senza considerare le crescenti situazioni in cui ci si debba occupare di un genitore anziano, pesa principalmente sulle donne.
In un’analisi realizzata da Moneyfarm è stato messo in luce che se le tre ore di lavoro extra al giorno delle donne (speso per la cura di famigliari) fosse retribuita 9 ore all’ora (per 5 giorni alla settimana), allora ogni lavoratrice potrebbe contare su settemila euro di reddito in più, cifra non irrilevante anche ai fini previdenziali, considerando anche la bassa adesione alla previdenza complementare delle donne giovani rispetto ai colleghi maschi.
RIFORMA PENSIONI 2025, LA STRETTA SU OPZIONE DONNA
Per le italiane, tra l’altro, è diventato più difficile utilizzare Opzione donna, misura di anticipo pensionistico introdotta ben prima della Legge Fornero, ma che è stata modificata con dei paletti che stanno portando a situazioni di discriminazione ingiusta. La Stampa cita l’esempio di una donna licenziata, ma che non può utilizzare Opzione donna in quanto la sua ex azienda è nell’elenco dei Tavoli di crisi in monitoraggio e non in quello dei Tavoli di crisi attivi.
Una differenza formale, non sostanziale, che però risulta decisiva. Il riconoscimento del lavoro di cura ai fini previdenziale, chiesto da tempo dal Comitato Opzione donna social, potrebbe quanto meno rimediare a una disparità lampante.
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