Riforma pensioni 2025, il Fondo monetario internazionale ha raccomandato all’Italia di evitare meccanismi di anticipo
RIFORMA PENSIONI 2025, IL RAPPORTO DEL FMI
Nel consueto report stilato al termine della missione in Italia, il Fondo monetario internazionale torna a raccomandare al nostro Paese di “evitare i costosi meccanismi di pensionamento anticipato”, facendo sì che aumenti l’età effettiva di pensionamento. C’è da chiedersi cosa dirà l’organizzazione con sede a Washington quando, se come sembra accadrà entro fine anno, verrà approvato il decreto per congelare l’adeguamento dell’età pensionistica all’aspettativa di vita che dovrebbe portare dal 2027 a un innalzamento dei requisiti per l’accesso alla quiescenza pari a tre mesi. Da parte del Governo, infatti, è stata ribadita la volontà di andare in tale direzione, ma ancora non è chiaro quando arriverà il decreto.
RIFORMA PENSIONI 2025, L’ATTESA PER LE MOSSE DEL GOVERNO
Non va tra l’altro dimenticato il fatto che il provvedimento potrebbe essere limitato solamente a quanti hanno già lasciato il lavoro, con strumenti di avvicinamento alla pensione, come l’isopensione, e che, in caso di innalzamento dei requisiti pensionistici, rischierebbero di ritrovarsi senza alcun reddito per tre mesi. C’è chi nei mesi scorsi aveva parlato del rischio di nuovi esodati. Un provvedimento di questo tipo avrebbe un costo decisamente limitato e potrebbe anche essere fatto “digerire” al Fondo monetario internazionale come pure alla Commissione europea, che nelle sue Raccomandazioni all’Italia non trascura mai il richiamo a ridurre la spesa pensionistica aumentando l’età di accesso alla quiescenza.
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