Sulla riforma pensioni 2026 l'andamento è disastroso, tra misure anticipate cancellate e la Fornero che invece resta.
La Riforma pensioni 2026 prevista per regolamentare in poi ha preso una piega differente rispetto a quanto prospettato inizialmente. Infatti, Legge Fornero a parte, alcune misure anticipate sarebbero sparite.
Un testo che per molti si fa fatica a pensare che possa esser reale, tra la beffa agli usuranti e gravosi, l’aumento dell’età oramai quasi certo, e per concludere “in bellezza” il quasi addio a Opzione Donna e Quota 103.
Riforma pensioni 2026 senza misure anticipate

Il cantiere sulle pensioni 2026 è più drammatico del previsto. Secondo una prima ricostruzione, la sensazione è quella di volerlo demolire piuttosto che realizzare tutto da zero.
Lo dimostra la bocciatura delle proposte avanzate dal Sottosegretario Claudio Durigon, costretto a rinunciare all’uso del TFR nei fondi privati e al fine di accumulare più pensione.
L’unica misura lievemente rivista ha riguardato l’incremento dell’età, che il prossimo anno sarà soltanto di un mese, aumentando gradualmente (nel 2028) a 2 mensilità, per poi totalizzare le fatidiche tre mensilità.
Addio alle misure anticipate
Un’uscita improvvisa e inaspettata ha coinvolto sia Quota 103 che Opzione Donna, rispettivamente per consentire di abbandonare il lavoro ancor prima che rispetto alla vecchiaia.
Entrambe le misure sono state penalizzanti, perché eseguono si basano sul metodo contributivo anziché retributivo, riducendone l’importo finale.
Gli unici due aspetti leggermente rincuoranti sono gli aumenti legati alle pensioni minime (cresceranno di 4€ mensilità per via dell’inflazione) e 20€ mensili in più per i trattamenti rivolti all’assistenza previdenziale.
Nulla secondo i piani
Il Governo Meloni non ha rispettato quanto aveva “promesso” all’inizio, visto che non cancellerà la Fornero e ha rinunciato ad approvare Quota 41 per tutti (ovvero senza limiti d’età).
Alcune categorie sono state penalizzate riducendone gli importi, tra cui l’ambito sanitario, i docenti d’asilo e i dipendenti dell’amministrazione locale.
Salvo eventuali eccezioni, la prossima Manovra non avrà più misure anticipate di pensionamento, dunque non resta che appoggiarsi a quelle ordinarie.
