Sulla riforma pensioni un docente americano ha proposto di effettuare un taglio soltanto ad un numero ristretto di pensionati. Ma funzionerà?
E se la prossima riforma pensioni prevedesse un taglio netto sui cedolini? É la proposta di Scott Galloway, il professore della Stern School of Business, un’università privata di New York, secondo cui molti pensionati potrebbero fare a meno di ricevere l’assegno previdenziale per via della loro “ricchezza”.
Le criticità dei sistemi pensionistici non sono a quanto pare soltanto “italiani”, visto che anche in America la paura è che l’ente che eroga le pensioni possa collassare “da un momento all’altro”. L’idea del docente Galloway potrebbe essere realmente vincente? E soprattutto replicabile anche nel nostro Bel Paese?
La “nuova” riforma pensioni 2026 secondo il professore newyorkese

La riforma pensioni americana ha dei deficit importanti da dover colmare, proprio come in Italia. Lo sconto del professore newyorkese in parte fa riflettere. Nel suo podcast infatti, metteva alla luce l’assurdo divario tra i pensionati più ricchi (tra il 10% e il 30% soltanto negli USA) e i contribuenti più bisognosi.
É proprio sulla fascia più ricca che Galloway vorrebbe intervenire, proponendo di abolire la pensione per concedere più margini economici al resto della popolazione. D’altronde per il docente universitario sarebbe “inutile”, ma non per questo “giusto”, sostentare dei ricchi.
Dai dati estrapolati dalla Federal Reserve, il 10% di pensionati americani ha un patrimonio di quasi 8 miliardi di dollari, e pur abolendo la pensione non ci sarebbe uno sgravio economico così “pesate e significativo”. Lo sarebbe invece per quei cittadini che arrivano a stento a fine mese e che per causa delle eccessive pensioni sono costretti a vedersi una riduzione.
Un giusto compromesso pensionistico
Seppur “estremista” e moralmente poco “etica”, la tesi del professore Galloway in parte regge: se i sistemi pensionistici funzionano a catena, ed erogano soldi indistintamente dal patrimonio e dal reddito percepito dagli individui, come può evitare il collasso?
Anche il Manhattan Institute ha supposto – e potrebbe esser un buon compromesso – di abbassare il reddito a chi è già ricco. Il fine ultimo è indubbiamente tagliare delle spese per aver ampio margine di distribuzione, e dunque si potrebbe optare di far pagare più tasse a chi ha un cedolino molto alto ma soprattutto è definibile “ricco”.
Un’osservazione che in fin dei conti si riflette sul futuro pensionistico dei giovani, che potrebbero essere oggetto di una ingiustizia: lavorare per tanti anni, con carriere discontinue a causa del precariato e ritrovarsi con un cedolino misero o addirittura impossibile da goderselo per un’uscita tardiva dal lavoro.
