Caos in Francia dopo fallimento dei negoziati sulla riforma pensioni: Governo Bayrou sempre più a rischio, sfiducia dai Socialisti ma Le Pen "rimanda" tutto
FALLITO IL “CONCLAVE” SULLE PENSIONI IN FRANCIA: IL GOVERNO BAYROU È SEMPRE PIÙ A RISCHIO
L’esecutivo di “unità nazionale” del Premier Francois Bayrou è nuovamente sull’orlo di una crisi di… Governo: dopo essersi salvato in più occasioni in questo 2025 per la non sfiducia garantita da Socialisti e Rassemblement National, il politico di fiducia messo dal Presidente Macron per “traghettare” la Francia verso le Elezioni Presidenziali del 2027 aveva puntato molto, se non tutto, sul “conclave” per la riforma delle pensioni. I negoziati puntavano a modificare la contrastatissima legge del 2023 su cui già si era schiantato l’allora Governo macroniano, e su cui lo stesso Bayrou aveva evitato la sfiducia a febbraio aprendo un “conclave” di mesi per affrontare le varie modifiche.
Tutto questo è andato a infrangersi in questi giorni con il fallimento completo dei negoziati, rimettendo l’intero Governo a rischio caduta: sindacati, imprese, partiti, nessuno è giunto ad accordo e lunedì scorso il Primo Ministro ha dovuto attestare il mancato accordo dopo un’estrema convocazione a Palazzo Matignon per l’ultima mediazione. La riforma “innovativa” del Premier non convince la “Confindustria” francese, ma nemmeno i sindacati e pure le unioni di base dei lavoratori: contestato insomma da sinistra e dal Centrodestra, un risultato che ora lo pone a fortissimo rischio dimissioni.
Addirittura il 52% dei francesi, secondo un recente sondaggio di Elabe per BfmTV, è pronto a sfiduciare il Governo Bayrou visto il fallimento del dossier pensioni, uno dei temi maggiormente divisivi da anni ormai nella “Republique”: ora, a differenza di febbraio 2025, potenzialmente nuove Elezioni Legislative potrebbero essere convocate dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale (deve passare almeno un anno dal precedente scioglimento, avvenuto nel giugno 2024 dopo l’exploit di Marine Le Pen e Jordan Bardella alle Elezioni Europee).
Ed è anche per questo che Bayrou teme di non potere più rimandare la resa dei conti in Aula, specie con il Partito Socialista – che nel frattempo si è separato dalla LFI di Melenchon dopo l’abortito progetto del Nuovo Fronte Popolare – che spinge per silurare il Premier centrista.
SOCIALISTI “CONTRO” MACRON, A SORPRESA È LE PEN A RIMANDARE LA SFIDUCIA: ECCO COSA PUÒ SUCCEDERE
Dato il fatto monstre di un disavanzo previdenziale pari a 6,6 miliardi di euro nel 2025 (con stime verso i 30 miliardi entro il 2045), la Francia deve muoversi al più presto per dirimere una significativa riforma pensioni, altrimenti per Macron potrebbe essere molto complicato il piano per la rielezione nel 2027, che sia contro Le Pen o il suo “delfino” Bardella. Il fallimento dei negoziati sulle pensioni rischia però di accelerare la crisi di Governo, con la France Insoumise di Melenchon che con Verdi e Comunisti da settimane chiedono la “testa” di Bayrou per andare a nuove elezioni.
Ora però sono anche i Socialisti a considerare chiuso il capitolo di questo Governo, avviando una prossima mozione di censura (sfiducia) contro il Premier, accusandolo di non aver presentato una legge per fissare l’età pensionabile a 64 anni: il momento fissato sarebbe per l’inizio della prossima settimana, con la sinistra che “spera” che anche la destra possa seguire a traino la sfiducia.
Così però non dovrebbe avvenire, almeno per il momento: il vicepresidente di RN, Sebastien Chénu, esclude di far cadere Bayrou sulla mancata riforma previdenziale: se si arrivasse infatti alla sfiducia ora, la legge sulle pensioni rimarrebbe in vigore, «Qualche beneficio politico ne traiamo? A parte infliggere il caos prima dell’estate, non ci guadagniamo nulla». Secondo Bardella e Le Pen invece il momento adatto per la sfiducia sarà la Manovra economica in autunno 2025, dove verificare sul “campo” le istanze del Governo e dove eventualmente marcare la netta distanza tra la destra e la restante parte della “maggioranza centrista”.
L’Assemblea (il Parlamento francese, ndr) rimane così spaccata in tre tronconi, come del resto è emerso dalle ultime urne Legislative nell’estate di un anno fa: RN punta a temporeggiare” per migliorare la riforma pensioni e far cadere il Governo in autunno, i Socialisti invece vogliono anticipare il tutto per provare a limitare il consenso della destra in netta crescita dopo questi lunghi mesi di crisi istituzionale; infine Macron con i centristi, che punta all’eterno ritorno di un Governo “di unità nazionale” per evitare la guida di destra o sinistra nella Repubblica di Francia.
E così se queste tre parti non troveranno un accordo, Bayrou rischia di fare presto la fine di Bourne, Attal e Barnier, tutti premier centristi sfiduciati, a meno che dall’Eliseo non emerge un ulteriore “coup de theatre”…