È stato disposto il richiamo alimentare di alcuni lotti di riso Smart commercializzato dai punti vendita Esselunga per "possibile presenza di cadmio"
Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo alimentare di alcuni lotti di “riso lungo B” del marchio Smart commercializzato dai supermercati Esselunga. Il motivo, come viene comunicato nell’avviso, è la “possibile presenza di metalli pesanti” all’interno, in particolare di “cadmio”, ovvero un elemento tossico che ingerito in grandi quantità può provocare irritazioni allo stomaco, vomito e diarrea, nonché in alcuni casi crampi muscolari, danni al fegato e insufficienza renale.
I lotti richiamati sono alcuni di quelli in confezione da 5 kg che sono stati prodotti da Panigada T & F Snc nella sede dello stabilimento di via Corelli 32 a Milano. È possibile identificarli attraverso i seguenti termini minimi di conservazione: 06.10.23 – 07.10.23 – 10.10.23 – 19.10.23 – 20.10.23 – 11.11.23 – 12.11.23 – 15.11.23 – 16.11.23 – 17.11.23 – 18.11.23 – 19.11.23 – 25.11.23.
Riso Esselunga, disposto richiamo alimentare: cosa fare in caso di acquisto di uno dei lotti
A scopo precauzionale, i consumatori che hanno acquistato nelle scorse settimane nei punti vendita Esselunga i lotti del “riso lungo B” del marchio Smart per cui è stato disposto il richiamo alimentare per la “possibile presenza di metalli pesanti” all’interno, sono invitati dal Ministero della Salute e dall’azienda produttrice stessa, la Panigada T & F Snc, a non consumarli e a riconsegnarli presso l’esercente. Anche la catena di supermercati ha informato le autorità competenti del provvedimento e ha esposto nei punti vendita cartelli in merito. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero verde 800.666.555.
Per coloro che ne avessero già fatto erroneamente uso, comunque, è da evidenziare che considerando il valore massimo di cadmio riscontrato dalle analisi sul prodotto, una possibile assunzione difficilmente farebbe sì che vengano superati i livelli ritenuti accettabili dall’Efsa. Il metallo pesante, infatti, è di per sé “spesso presente nell’aria come risultato di diversi tipi di attività industriale” e “si può accumulare nel terreno entrando nella catena alimentare”.
