Roberto Occhiuto (FI) torna alla guida della Regione Calabria dopo avere battuto Tridico (M5s) alle elezioni regionali con un ampio margine

Il governatore uscente della Calabria Roberto Occhiuto si riconferma alla presidenza della regione con il 57,26% dei voti. Certo il mondo calabrese è spesso imperscrutabile e Forza Italia ha ereditato buona parte di quelle che furono le “solide” correnti democristiane e socialiste; Occhiuto giocava in casa, sapendo bene di poter avere alle spalle a sostenerlo consolidate amicizie, ma le dimensioni del suo successo personale – che fanno pensare ad un regno per consenso simile a quello del “doge” Zaia in Veneto – hanno superato le previsioni.



La sconfitta della sinistra (Pasquale Tridico si è fermato al 41,73%) è rovinosa e i numeri sottolineano che Occhiuto è andato ben al di là del successo di quattro anni fa (quando raccolse “solo” il 54,46%), segno che la sua presidenza è stata giudicata positivamente dai calabresi.

Tra i partiti è visibile il successo di Forza Italia (17,98%), che si conferma primo partito, ma che resta sulle posizioni di quattro anni fa, mentre praticamente sparisce la lista  “Forza Azzurri” che nel 2021 aveva preso l’8% conquistando 2 seggi. Guadagna la Lega (9,40%) rispetto alle europee, arrivando al 14% in centri come Reggio, probabilmente per avere portato ai calabresi il Ponte sullo Stretto e le opere pubbliche ad esso collegate, e rispetto alle regionali 2021.



Fratelli d’Italia (11,64%) è in calo di 9 punti rispetto alle europee 2024 e in crescita di 3 punti sulle regionali 2021. Difficile per tutti il paragone con le politiche per la presenza delle liste civiche.

A sinistra invece è crisi. La coalizione che sosteneva il pentastellato Tridico non aveva questa volta un candidato concorrente (nel 2021 il terzo incomodo fu Luigi de Magistris, che raccolse quasi il 17% appoggiandosi soprattutto a sinistra) eppure resta 15 punti sotto Occhiuto: una sconfitta bruciante.

Le elezioni erano state indette proprio dal presidente uscente in una “sfida” diretta alla magistratura, che lo aveva sfiorato con un avviso di garanzia. “In un paese civile nessuno si dimette per un avviso di garanzia, ogni potere dello Stato deve fare il suo lavoro, ma troppe volte le inchieste giudiziarie vengono strumentalizzate per sconfiggere con questa via chi non sarebbe stato sconfitto. Abbiamo impedito questo”. Così Occhiuto subito dopo la chiusura dei seggi ed è facile prevedere che il braccio di ferro con i magistrati continuerà, anche se ora il presidente potrà sostenere a pieno titolo di avere raccolto l’apprezzamento e la netta maggioranza degli elettori.



Roberto Occhiuto (Ansa)

Sul voto calabrese crescono comunque anche le interpretazioni politiche, visto che solo pochi giorni fa le piazze della Cgil chiedevano a gran voce le dimissioni della Meloni che invece – dopo il successo nelle Marche – esce rafforzata anche dal voto calabrese.

Non solo; il candidato unitario del “campo largo” Tridico, esponente del M5s che neppure risiedeva da quelle parti ed era appoggiato dal Pd della Schlein (scesa direttamente in Calabria a sostenerlo) oltre che da Italia Viva, dall’estrema sinistra e dai verdi, aveva espresso chiaramente la sua ricetta nel tentativo di risalire la china.

Le sue proposte? 3mila nuove assunzioni per “operatori di cultura”, 7mila nuovi “operatori per l’ambiente” (ovvero forestali, che in Calabria sono già migliaia, per esempio 414 solo nel comune di San Giovanni in Fiore, ovvero quasi quanti tutti quelli dell’intera Umbria, che ha più foreste di quelle calabresi).

A seguire la proposta di un “reddito di dignità” di 500 euro mensili per tutti i cosiddetti “occupabili”, ovvero tutti quelli (e quelle) che non hanno un reddito certo. Chi avrebbe pagato? Particolare evanescente e che tale resterà, fortunatamente per tutti, vista la sua sconfitta.

Molta demagogia quindi (in linea con tante altre prese di posizione del M5s), ma la gente neppure in Calabria ci ha creduto; non si è visto alcun “effetto Gaza” e in definitiva il voto ha largamente appoggiato sia Occhiuto che il governo.

Certo che ad ascoltare le proposte di Tridico – non dimenticando che è stato per molti anni al comando dell’Inps! – non si poteva che ricordare Antonio Albanese con il suo incredibile candidato Cecco La Qualunque.

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