Si è quasi concluso lo spoglio dei voti delle elezioni Bielorussia 2025 e fai dai primissimi exit poll si erano già cristallizzati i (prevedibilissimo) risultati che consegnano nuovamente la vittoria in mano all’attuale presidente Aleksandr Lukashenko che si è conquistato così altri cinque anni di dominio assoluto nel piccolo paese che conta quasi 9 milioni di abitanti: così facendo – insomma – quello più volte definito “l’ultimo dittatore d’Europa” potrà liberamente governare per la settima volta consecutiva; mentre (anche qui verrebbe da dire prevedibilmente) dopo la pubblicazione dei risultati elezioni Bielorussia sono insorti tutti i vari osservatori internazionali a partire dall’UE che ne ha criticato la completa illegittimità.
Partendo proprio dai risultati elezioni Bielorussia 2025 secondo il sito Tass Lukashenko dovrebbe aver vinto con un margine superiore all’87% (nel momento in cui scriviamo si parla dell’87,6%) a fronte di circa un 80% di aventi diritto che si sono presentati alle urne; mentre i suoi principali ‘avverarsi’ hanno incassato meno del 2% con la sola eccezione di Sergei Syrankov che ha raggiunto il 2,7% con una campagna elettorale giocata interamente attorno alla promessa di schierarsi “al fianco del presidente”.
L’UE si oppone ai risultati elezioni Bielorussia, ma Lukashenko si dice disinteressato all’opinione europea
Insomma, stando ai risultati ufficiali le elezioni Bielorussia 2025 si sono concluse con un’enorme vittoria da parte dell’uscente Lukashenko; mentre a conti fatti va ricordato che nessuno dei suoi avversari si era presentato alle urne con dei programmi solidi o di rottura rispetto alla sua guida, guadagnando l’appellativo – da parte delle opposizioni – di “ballerini di supporto” all’unica effettiva candidatura che riportava il nome dell’attuale presidente.
Non a caso, già prima della pubblicazione dei risultati elezioni Bielorussia 2025 l’Alto rappresentate per gli Esteri dell’UE Kaja Kallas in un comunicato aveva sottolineato che la vittoria di Lukashenko “non ha alcuna legittimità” definendo quanto accaduto una semplice e pura “farsa” e spiegando che da parte dei 27 continueranno le “misure restrittive e mirate contro il regime” che furono già imposte nel 2020: il presidente rieletto – dal conto suo – ha commentato spiegando che il riconoscimento o meno delle elezioni da parte dell’UE “mi è assolutamente indifferente” fintanto che “i bielorussi [le] riconosceranno”.
D’altra parte, l’unica (e purtroppo labile) nota di merito a questo turno delle elezioni Bielorussia è che non sembra destinato a ripetersi quanto accaduto nel 2020: in quell’occasione – infatti – a fronte di una vittoria millantata da Lukashenko, le opposizioni trovarono solide prove in merito al voto popolare che aveva optato per Sviatlana Tikhanovskaya; il popolo insorse e scese in piazza, con il presidente che rispose con una delle più grandi e dure repressioni politiche della storia moderna che mise a rischio il suo stesso regime.