Chi sono Luigi e Maria, 'Mariuccia', i genitori di Roberto Bolle. Estremamente riservati nella loro vita privata, hanno sempre dimostrato il loro supporto alla passione del figlio
Luigi e Maria sono i genitori di Roberto Bolle, il famoso étoile, nonché tra i ballerini italiani più famosi al mondo, che questa sera sarà ospitato sul palco dell’Ariston per la finalissima del Festival di Sanremo 2024, alla sua 74esima edizione. Della vita privata di madre e padre dell’ambasciatore italiano della danza si sa poco e nulla, se non alcune sporadiche esperienze del passato e i due lutti che hanno colpito la famiglia nel 2011 e nel 2016. Roberto Bolle e, di conseguenza, anche i suoi genitori Luigi e Maria, si sono, infatti, sempre dimostrati estremamente riservati sulla vita privata, nel caso del ballerino anche per quanto riguarda il suo fidanzato, Daniel Lee.
Chi sono Luigi e Maria, i genitori di Roberto Bolle
Insomma, della vita privata di Luigi e Maria, i genitori di Roberto Bolle, si conosce poco e nulla. Di certo c’è che hanno cresciuto il ballerino in quel di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Il padre, è noto, possedeva una carrozzeria, probabilmente all’interno del comune in cui è cresciuto il figlio, mentre la madre, alla quale piace essere chiamata ‘Mariuccia’, ha sempre fatto la casalinga a tempo pieno. La coppia, inoltre, ha avuto altri tre figli, il gemello dell’étoile Maurizio, poi Emanuela e Paolo.
Roberto Bolle non ha mai parlato volentieri dei suoi genitori, Maria e Luigi, e neppure dei suoi fratelli. Nonostante questo, però, è diventata tristemente nota, nel 2011, la morte dei suo gemello Maurizio all’età di 36 anni a causa di un infarto. La famiglia avrebbe provato un grosso dolore, poi aggravato ulteriormente 5 anni dopo, nel 2016, alla morte di Luigi, ormai 82enne, per ragioni che non sono mai state rese note. Un’altra cosa è certa su Luigi e Maria, i genitori di Roberto Bolle, ovvero che hanno sempre approvato e supportato la carriera (e la passione) del figlio. La madre, infatti, lo accompagnò personalmente al primo provino alla Scala di Milano, e lui, affettuosamente, ha racconto che “se non mi avesse accompagnato, non credo sarei andato“.
