Roma: 40enne lasciata morire dal compagno violento durante il droga party
La Corte d’Assise di Roma si sta trovando in questi giorni a decidere sul caso della 40enne lasciata morire dal compagno, il 43enne Fausto Chianterra, durante un droga party, tra atroci sofferenze che si sono protratte per giorni, periodo in cui la vittima poteva essere salvata. L’imputato è accusato di omicidio volontario aggravato, oltre che di cessione di stupefacenti, di lesioni e di maltrattamenti, secondo una fitta sotto trama di violenze che avrebbe perpetrato per anni.
Davanti ai giudici di Roma era presente anche la madre della 40enne lasciata morire dal compagno, che per tutta la durata del processo, nel quale ha anche deposto in qualità di testimone, si è rifiutata di rivolgere lo sguardo a Chianterra, o di appellarsi a lui con il suo nome, preferendo l’appellativo “imputato”. La relazione tra i due 40enni era iniziata nel febbraio del 2020, precipitando ben presto in un baratro di violenze che la famiglia dalla 40enne lasciata morire a Roma avevano ben presto individuato. “Dopo i primi tre mesi di convivenza”, ha raccontato la madre della vittima, “era tornata a casa, tante cose non me le diceva perché voleva proteggerci. Diceva che era lui che l’aveva introdotta all’uso di psicofarmaci. Aveva paura di essere drogata”.
Il diario della vittima e il racconto della madre
Insomma, il caso della 40enne lasciata morire dal compagno a Roma nasconderebbe una trama ben più tragica del già terribile epilogo. Per tutto il tempo della relazione, durata fino al suo decesso avvenuto il 18 gennaio 2022, la donna stilava un diario, nel quale parlava delle violenze e dei soprusi del compagno. “Percosse, istigazione al suicidio, ricatto, stalking“, scriveva, “ha insinuato più volte che fossi pazza, mi ha umiliato davanti agli altri. Controllo della mia vita: tiene la mia scheda nel suo cellulare. Mi ha spinta con un calcio davanti al figlio”.
La 40enne lasciata morire dal compagno a Roma aveva intuito che qualcosa non andava, specialmente quando venne ricoverata in seguito all’assunzione massiccia di droghe, tornando brevemente a casa dei genitori. “Li aveva passati sempre a dormire”, ha spiegato la madre, “poi una mattina si è alzata ed è tornata dall’imputato”. La situazione si aggravò ulteriormente nel 2021, quando inviò una foto con il volto tumefatto alla madre, che in seguito a denuncia scoprì che la figlia giaceva incosciente a casa dell’imputato, ma rifiutò il ricovero e tornò da lui.
“Lo amo“, si giustificò la 40enne lasciata morire dal compagno a Roma davanti alle domande dalla madre, “mi ha promesso che non lo farà più”. Poi, dopo Capodanno la situazione raggiunse il suo apice. Chianterra, infatti, organizzò un droga party a casa sua, nel corso del quale la vittima si sentì male, ma non ricevette alcun soccorso. La buttò nel vano doccia, la spogliò e mise in lavatrice i vestiti, prima di farle assumere ulteriori droghe, che si rivelarono fatali. Rimase così, diversi giorni incosciente e agonizzante, fino alla morte per broncopolmonite massiva bilaterale.