È strana la sensazione che si prova entrando nella prima sala della mostra di Pablo Echaurren alla Fondazione Roma: su un grande ambiente completamente nero dalle pareti al pavimento, si affacciano le nove tele della serie Roma. Si resta un po’ straniati, perché si fa fatica a capire se quelle che si presentano con i loro colori violenti, sono immagini di una festa scatenata o di un’avvisaglia di apocalissi. Sono immagini fantasmagoriche e tumultuose che accendono quell’ambiente scuro e misterioso.
Pablo Echaurren riversa nelle tele una teoria di immagini e di simboli che sono un po’ una sintesi della sua vita. Figlio di uno dei maggiori artisti del secondo 900, Sebastian Matta, quindi con sangue sudamericano nelle vene (Matta era cileno), in realtà è romano nelle fibre più intime. La forza di Echaurren sta proprio in questo vitalismo senza schemi, che sconfina da un continente all’altro adottando un grammatica visiva che ha insieme qualcosa di profondamente arcaico e di assolutamente contemporaneo. Sulle tele figure archetipe guizzano con l’energia di un videogioco, scalpitano come sulle ali di una festa senza tempo.
La storia di Pablo Echaurren è la storia di un artista e uomo appassionato e fuori dagli schemi, che proprio per questa sua libertà e atipicità sembra mettere ancora un po’ in imbarazzo tanta critica che continua a confinarlo nella sfera degli illustratori. Echaurren illustratore lo è e soprattutto lo è stato; illustratore geniale che ha al suo attivo decine di copertine di libri che hanno fatto epoca, e tantissime collaborazioni con giornali (mi permetto di ricordare, per ragioni autobiografiche, quelle con il settimanale Il Sabato, per cui, tra l’altro Echaurren aveva creato delle straordinarie biografie illustrate a puntate di grandi protagonisti del 900).
LA ROMA DEI BAMBINI E DEGLI ARTISTI ALLA MOSTRA DI ECHUARREN, CONTINUA A LEGGERE CLICCANDO SULLA FRECCIA
Ora la mostra di Roma lo presenta a 360 gradi, dimostrando come tutte le sue dimensioni si compenetrino nell’immagine di artista geniale, mai seduto sui propri successi, inquieto, ma sempre profondamente fedele e leale verso la realtà che lo circonda. Come accade con la realtà di Roma che domina la prima bellissima sala.
È una Roma vitale, giocosa e insieme esplosiva, dove il Colosseo sembra aprirsi come una cipolla e insieme roteare dentro un allarmante dimensione cosmica. La forza di Echaurren sta tutta in questa semplicità di sguardo che gli permette i salti logici che solo agli artisti e ai bambini sono permessi. Una libertà in cui la sua anima di illustratore e quella di pittore si integrano senza sobbalzi: non capisci mai dove inizia una dove finisce l’altra.
Del resto che l’arte possa conferire un aspetto giocoso anche ai più profondi e potenti riferimenti simbolici per Pablo è una regola e una certezza. Lo dimostra anche la sua capacità di cambiare tecnica, facendo sponda su bravissimi artigiani per dare corpo alle proprie fantasie: che siano gioielli, ceramiche o quei sorprendenti intarsi di tessuti. Ogni volta è una sorpresa. E forse questa capacità di sorprendere è il leit motiv vero dell’arte di Echaurren. Quello che ce lo fa reincontrare ogni volta più giovane di come lo avevamo lasciato.
Pablo Echaurren | Crhomo sapiens
Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla
via del Corso, 320 – Roma
A cura di Nicoletta Zanella
da sabato 18 dicembre 2010 al 13 marzo 2011
Martedì – Domenica ore 10 – 20 (Lunedì chiuso)
Ingresso consentito fino alle 19.
Intero € 8,00
Ridotto € 6,00
Scuole € 3,50
Famiglia € 15,50
Catalogo edito da SKIRA a cura di Nicoletta Zanella
Contributi in catalogo di Antonio Pennacchi e Vincenzo Mollica
Info: www.fondazioneromamuseo.it