“Se il Pd lascia Ignazio Marino al suo posto, rischia di regalare non solo il Comune di Roma ma anche il governo nazionale a Beppe Grillo”. Lo sostiene Peppino Caldarola, ex direttore de l’Unità ed ex parlamentare dei Ds. Domenica il commissario del Pd, Matteo Orfini, si è incontrato per un’ora da solo con il sindaco Marino. Secondo diversi quotidiani, Orfini avrebbe posto un aut-aut: o si cambia l’intera giunta, sostituendo gli assessori con dei parlamentari del Pd, o il primo cittadino se ne dovrà andare. Sia Orfini sia Marino hanno smentito, ma in Campidoglio resta un clima di grande tensione.
Quanto c’è di vero nelle indiscrezioni sull’aut-aut di Orfini a Marino?
C’è di vero che il Pd non sa come uscire da una difficoltà molto seria, fatta di due elementi. Il primo è il coinvolgimento nella vicenda giudiziaria di molti dei suoi esponenti, ma non del sindaco. Il secondo è la crescente insoddisfazione per la guida del Campidoglio da parte di Marino.
A che cosa è dovuta questa insoddisfazione?
Al fatto che la città di Roma è abbandonata a se stessa. Il sindaco cita sempre il fatto che ha liberato il Colosseo dal traffico e dai camion-bar, ma non si accorge del fatto che il servizio di trasporto non funziona e che la città è sporca. Il Pd si trova quindi in un vicolo cieco.
Quella su Roma male amministrata è una realtà o una leggenda urbana?
E’ una realtà. Anche ieri si sono verificati disagi sulla linea B, cioè sulla parte più antica del metrò. In molte parti della città i rifiuti non sono raccolti e nei giardini pubblici crescono le erbacce. L’idea che Roma sia ben governata è lontana dalla percezione del cittadino comune. Se poi ci spingiamo in periferia il degrado cresce in modo esponenziale. E la conseguenza è che negli ultimi sondaggi il 75% degli elettori di Marino rivelano che non lo rivoterebbero. Io sono fra questi.
La soluzione è il rimpasto proposto da Orfini?
No, il rimpasto è una soluzione da Prima Repubblica che non funzionerebbe. Del resto anche nella giunta Marino vi sono figure molto competenti come l’assessore al Bilancio, Silvia Scozzese. Non capisco quindi perché alcuni parlamentari dovrebbero essere più bravi degli attuali assessori. Il vero motivo è che si vuole condividere con alcuni signori delle tessere il potere romano.
Come si esce quindi dal vicolo cieco in cui si è cacciato il Pd?
Il problema è da risolvere alla radice: le città vanno bene o male a seconda del fatto che il primo cittadino sia o meno capace e carismatico. Questo è il vero dilemma che si trova di fronte il Pd romano. Se il Pd pensa che Marino sia capace se lo tenga, e alle prossime elezioni avremo come sindaco di Roma un esponente dell’M5S.
Secondo i sondaggi di Piepoli a Roma il Pd è al 30% e l’M5S al 28%. Andare al voto non rischia di consegnare la Capitale a Grillo?
No, è lasciare Marino al suo posto che rischia di consegnare la Capitale a Grillo. Se Marino lasciasse, il Pd avrebbe tutto il tempo per prepararsi a una campagna elettorale difficile. La città nel frattempo potrebbe essere guidata da un commissario prefettizio di buon livello, facendo sentire che c’è una guida alla testa di Roma. Per come invece stanno andando le cose oggi, è matematico che il Pd non avrebbe il governo della città e la vittoria potrebbe andare all’M5S o ad Alfio Marchini.
L’8 dicembre inizia il Giubileo. Si può andare al voto proprio adesso?
L’Italia è uno strano Paese in cui non si tengono le elezioni perché la situazione è difficile, o non si cambiano i sindaci perché c’è il Giubileo. In tutti i Paesi del mondo, dalla Grecia all’Inghilterra, si vota quando si deve votare. Il voto non è una malattia bensì la sua cura. In Italia invece quando si parla di elezioni anticipate o di cambio della guardia, si pensa che sia un momento patologico. L’unica patologia c’è quando il Paese non cammina o una città non funziona.
Le Comunali a Roma potrebbero anche trasformarsi in un voto politico?
Renzi ha di fronte a sé un problema gigantesco. Se le Comunali di Roma si tenessero prima delle elezioni politiche, consegnando il Campidoglio ai 5 Stelle, quando si arriverà al voto nazionale Renzi sarebbe un’anatra zoppa. Roma potrebbe infatti dare il segnale che l’antipolitica ha espugnato la Capitale. Renzi, che è un ragazzo arguto, deve fare in modo di arrivare alle politiche senza perdere Roma.
Se Marino non si dimette, alle prossime politiche vincerà Grillo?
Roma è una trincea molto avanzata. Non possiamo fingere di non vedere che abbiamo rischiato che il Comune della Capitale fosse sciolto per mafia. Ricordo quando l’11 dicembre 1955 L’Espresso uscì con il titolo “Capitale corrotta = nazione infetta”. Ma soprattutto a contare è il dato politico: se il Pd non è capace di guidare Roma, è difficile pensare che sia capace di governare l’Italia.
L’M5S è bravo a contestare ma non a governare. Davvero i romani si azzarderebbero ad affidare la città a Grillo?
I romani sono molto arrabbiati e non ne possono più, perché è da molti anni che la città non è governata. La legge elettorale del resto prevede il ballottaggio, e può capitare che l’arrabbiatura riversi i consensi su chi si presenta come fuori dalla politica. Anche se condivido il giudizio che finora in nessuna città dove ha governato l’M5S si sono visti miracoli di buona amministrazione, mentre ci sono state diverse città ben governate dal centrosinistra ma anche dal centrodestra.
(Pietro Vernizzi)