Le forze dell’ordine hanno annunciato nella giornata di ieri l’arresto di 4 persone, ritenute responsabili del furto dell’orologio di Charles Leclerc avvenuto a Viareggio. Il pilota monegasco di casa Ferrari era stato avvicinato da uno sconosciuto il 18 aprile 2022, il giorno di Pasquetta, con la scusa di un selfie. Una foto che è costata carissima al talento della Rossa visto che in breve tempo il lestofante gli ha sfilato dal polso un orologio preziosissimo, un Richard Mille RM 67-02 dal valore di oltre due milioni di euro. Dopo una lunga indagine gli investigatori sono riusciti a risalire ai responsabili, quattro personaggi già noti alle forze dell’ordine tutti originari del centro storico di Napoli, precisamente tre persone e una donna.
Dopo aver visionato i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona del furto, e aver ascoltato le testimonianze, fra cui quella di Charles Leclerc e di Antonio Ferrari, il preparatore del pilota che si trovava con lui durante la rapina, alla fine i carabinieri sono risaliti ai quattro responsabili, al momento in carcere. Il gruppo si era organizzato in tal modo: due in scooter e due a bordo di un SUV. La prima coppia è stata quella che materialmente ha sottratto l’orologio a Leclerc; una volta compiuto il furto i due sono scappati sulla due ruote, coperti dai due complici a bordo di un SUV, che nel frattempo avevano pedinato Leclerc da Forte dei Marmi a Viareggio.
FURTO OROLOGIO AI DANNI DI CHARLES LECERC: RICHARD MILLE RIVENDUTO IN SPAGNA MA…
Secondo quanto emerso, i 4 sarebbero responsabili di altre rapine simili in Toscana, e precisamente al Forte, a cominciare da quella ai danni di un giovane di Lucca a cui avevano cercato di rubare un orologio da 40mila euro, tentata rapina terminata anche con una colluttazione.
Ad una turista francese, invece, era stato sottratto un altro orologio dal valore di 80mila euro, tra l’altro sparando anche alcuni colpi di pistola a salve. L’orologio di Leclerc sarebbe stato rivenduto dalla banda in Spagna, ma sembra che alla fine i quattro non siano riusciti a incassare più di 200mila euro, visto che trattasi di un oggetto che “scotta”, come si suol dire in questi casi.