Salvatore Borsellino “Messina Denaro sconfitta Stato”/ “Consegnato per farsi curare”
Per Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, l’arresto di Matteo Messina Denaro è una sconfitta dello stato: “Dopo 30 anni di latitanza…”

Salvatore Borsellino, fratello del compianto Paolo Borsellino, magistrato antimafia ucciso durante le stragi di inizio anni ’90, è stato intervistato stamane dal programma di Canale 5, Mattino Cinque, per commentare la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. A discapito dell’opinione popolare, Salvatore Borsellino non considera la cattura una vittoria, tutt’altro: “La mia chiave di lettura – ha spiegato in diretta tv – non può essere che diversa da quella dei mezzi di informazione, dell’opinione pubblica, del governo e delle forze dell’ordine. Per me una cattura che avviene a 30 anni di distanza non è una vittoria dello stato ma una sconfitta. Come ogni mattina da 30 anni – ha continuato Salvatore Borsellino – mi sveglio pensando che mio fratello è morto e i suoi assassini erano in vita, in libertà e godevano di una latitanza così lunga che credo che in nessun altro Paese dell’occidente sia paragonabile, neanche in Messico i latitanti vengono presi dopo tanti anni, quindi la mia lettura è assolutamente diversa”.
Salvatore Borsellino ha poi ribadito il concetto: “E’ una sconfitta dello stato, 30 anni non possono passare e non è un caso, la latitanza di Riina e Provenzano hanno avuto le stesse durate, non deve essere magnificata come una vittoria”. Il fratello di Paolo Borsellino non ha trovato conforto dalla cattura di Matteo Messina Denaro: “Mi ha stomacato anche vedere e sentire cose da ministri e funzionari dello stato, magnificare un’espressione di potenza dello stato. L’ho paragonato alla cattura di toto Riina, ammanettato e spinto dentro l’elicottero a forza, invece Matteo Messina Denaro è stato fatto accomodare in un taxi come se venisse portato alla sua futura destinazione.”
SALVATORE BORSELLINO SU MESSINA DENARO: “AGIVA INDISTURBATO E CON LA SPOCCHIA”
“Rispetto dell’essere umano? Sì – ha proseguito Salvatore Borsellino – ma non dei famigliari delle vittime, devono trattarlo non come un imputato ma come un criminale e un assassino, è una persona già condannata per i suoi reati e vederlo trattato dallo stato come se venisse fatto accomodare in un taxi io non lo accetto”.
E ancora: “Agiva indisturbato e con la spocchia di chi sa di poter mantenere l’impunità. Mi aspetto dei risultati dalle indagini ben diverse da quelle che ho sentite fino ad adesso. Ho sentito che sono state sequestrati Viagra e preservativi, l’importante è che emergano documenti. Quello era il covo veramente di Messina Denaro? Ne dubito. In 30 anni di latitanza ci saranno tutti una seria di covi e rifugi, spero che emergano risultati altrimenti mi resterà sempre il sospetto non di una cattura bensì di una consegna, ha deciso di farsi curare dallo stato”.
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